Al-Qaeda saprebbe trasformare in bombe le batterie di laptop e tablet. Sarebbe questo, secondo quanto riporta la CNN, il motivo per cui l’amministrazione USA ha vietato di portare in cabina qualsiasi dispositivo elettronico più grande di un telefonino nei voli provenienti da una lista di aeroporti del Medio Oriente e del Nord Africa.
L’Electronics ban, com’è stato ribattezzato il divieto, non è una “mossa politica”, afferma CNN: le informazioni in suo possesso, fornite da fonti affidabili dell’intelligence, “indicano che i gruppi terroristici hanno ancora nel mirino l’aviazione commerciale”.
Anche ABC, un’altra rete spesso critica nei confronti di Donald Trump, punta il dito contro i jihadisti, ma nello specifico l’ISIS anziché al-Qaeda. Secondo fonti del governo USA, l’intelligence avrebbe raccolto informazioni “credibili” sulla capacità dei jihadisti di trasformare in esplosivi oggetti di uso comune.
Secondo il dipartimento della Sicurezza nazionale di Washington, il divieto, approvato dal Congresso dopo settimane di dibattiti, serve a colmare le falle della sicurezza interna degli aeroporti stranieri. Il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer lo ha definito “un passo appropriato, date le informazioni di intelligence”. All’origine della decisione ci sarebbe un attentato rivendicato da al-Shabaab, la divisione somala di al-Qaeda, nel 2016 a Mogadiscio. Un uomo imbarcato su un aereo diretto a Gibuti fece esplodere una bomba nascosta nel suo computer portatile pochi minuti dopo il decollo. In quell’occasione il pilota riuscì ad atterrare, e l’unica vittima dell’attacco fu l’attentatore. Ma se la bomba fosse esplosa in alta quota, avrebbe potuto provocare facilmente una strage.
Il provvedimento approvato lunedì negli USA riguarda tutti i voli di compagnie aeree straniere provenienti da otto Stati: Arabia Saudita, Egitto, EAU, Giordania, Kuwait, Libano, Marocco e Qatar. Ora ne è stato preso uno simile anche nel Regno Unito, ma si applicherà ad altri Stati (Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Libano, Tunisia e Turchia), e andrà a colpire anche i voli gestiti dalle compagnie britanniche.
Secondo la stampa il prossimo Stato ad accodarsi sarà il Canada. “Stiamo valutando le informazioni che ci sono state fornite”, ha commentato il ministro dei Trasporti canadese Marc Garneau: “Non ci sono ancora tempi precisi, ma stiamo lavorando speditamente”.
F.M.R.
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