E’ ufficiale: dopo “attenta riflessione”, infine ha deciso: Giorgia Meloni si candida a primo cittadino di Roma Capitale. Lo ha detto incontrando stampa e cittadini in piazza del Pantheon. E’ “una scelta d’amore”, una scelta “che molti considerano forte, ma non mi sono mai tirata indietro davanti alle sfide epocali. Lo faccio con spirito di servizio, senza protagonismo. Si sa che avrei preferito godermi i mesi più belli della gravidanza, forse i più belli che una donna possa avere, ma ho sempre considerato che se non ci fosse stata ipotesi migliore la mia candidatura sarebbe rimasta in campo”, aggiungendo anche: “Credo che ogni donna sia libera di scegliere come affrontare la gravidanza ma nessun uomo può dire a una donna ciò che deve o non deve fare quando è in gravidanza. Peraltro credo che in una città che ha come simbolo una lupa che allatta due gemelli non sarà un problema”.
Tutta colpa di una gravidanza, la prima, capitata alla leader di Fratelli d’Italia proprio quando a Roma per i disastri provocati dalla giunta Marino, dopo un periodo di commissariamento che dura ormai da quattro mesi, si deve eleggere una persona affidabile alla quale consegnare questa grande città così mal ridotta. “E’ meglio che pensi a fare la mamma”, è stato detto di lei. Ma Giorgia Meloni, a causa della sua testardaggine dovuta anche al suo impegno in politica da quando aveva solo 15 anni, vuole correre a tutti i costi per aggiudicarsi, se gli elettori glielo consentiranno, la poltrona di sindaco di Roma.
Nel centrodestra continua dunque la prova del braccio di ferro: Berlusconi insiste sull’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, Salvini sulla Meloni. Alle urne andranno separati. «Ho quasi la certezza che Guido Bertolaso vincerà al primo turno con la sua lista civica che sarà affiancata da quella di Forza Italia», dice Silvio Berlusconi a Mattino cinque, mentre nel programma di Maurizio Belpietro La telefonata ribadisce che il presidente FdI «non ha nessuna possibilità di diventare sindaco di Roma».
La rottura nel centrodestra sembra quindi insanabile ed è lo stesso Matteo Salvini ad ammetterlo: «Sosterrò la Meloni. A Milano abbiamo Parisi, sostenuto da una squadra forte e compatta, a Roma non c’erano le condizioni», scrive sul suo profilo twitter. Poi, ospite della trasmissione Agorà, su Raitre, aggiunge un altro tassello al suo progetto, importante quanto il precedente: «Sono convinto che riusciremo ad arrivare al ballottaggio anche alle amministrative di Roma. Ma se non ci fosse la Lega, voterei Movimento 5 Stelle al ballottaggio con il Partito democratico»”.
Per oggi, intanto, è atteso l’annuncio ufficiale della candidatura della Meloni. L’ex premier parlerà con la presidente di Fratelli d’Italia, «ma non ho speranza di convincerla», perché «le donne, qualsiasi cosa gli dici, fanno quello che vogliono loro», dice Berlusconi. E fanno bene.
Da giorni si parla della gravidanza come un impedimento per la donna che si candida a ricoprire un ruolo di responsabilità che richiede un impegno non a tempo parziale. Ma Giorgia Meloni non sarebbe certo il primo caso: stessa area di centro destra (allora si chiamava PdL) e passata consiliatura (2008-2013) con Alemanno sindaco, l’assessore alle Politiche Sociali Sveva Belviso dà il cambio in corsa al vicesindaco Mario Cutrufo che lascia la giunta. E’ il mese di luglio 2011, il suo terzo figlio è nato da soli tre mesi e la Belviso accetta con entusiasmo il ruolo di braccio destro del suo collega di partito Alemanno.
Per la serie, ci sono dibattiti e dibattiti. Ma le polemiche sono quasi sempre pretestuose.
A.B.
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