Un fondo da 100 milioni di euro per salvare i piccoli Comuni dallo spopolamento. Questo il contenuto del disegno di legge che è arrivato oggi alla Camera, dopo un iter durato tre anni. Il voto finale è previsto per la fine del mese, poi il testo passerà al vaglio del Senato.
La proposta riguarda una serie di investimenti che saranno attivi dal 2017 al 2023 per la riqualificazione del territorio dei centri con meno di 5mila abitanti e dovrebbe occuparsi di semplificazioni in materia di banda larga, regolamentazione degli alberghi, manutenzione e ripristino del patrimonio immobiliare in abbandono, messa in sicurezza dei punti di collegamento e di raccordo come ferrovie e strade; ma anche la promozione delle attività turistiche e delle produzioni agroalimentari a filiera corta.
Ermete Realacci (Pd): “una straordinaria occasione per proiettare nel futuro la nostra identità”. “I piccoli centri concentrano il 90% delle nostre Dop e Igp agroalimentari – spiega il deputato Pd Ermete Realacci, primo firmatario del provvedimento – amministrano più della metà del territorio nazionale, in essi vivono oltre dieci milioni di italiani. Non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro.
Secondo una ricerca redatta da Legambiente e Anci(Associazione nazionale comuni italiani) da Cresme (Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell’edilizia) sono 2340 i comuni a disagio demografico ed economico (ben il 69, 9% del totale).
“La nuova economia ha bisogno di banda larga, che non a caso è al primo posto tra le misure previste dal ddl: se si è connessi con il resto del mondo si può dare vita a iniziative economiche di grande scala anche in luoghi minuscoli” ha aggiunto Realacci.
Che alcuni o molti di questi piccoli centri, proprio per la loro unicità, possano scomparire, spopolandosi fino a diventare dei veri e propri “borghi fantasma” è un rischio reale. Lo conferma anche la lista stilata da Frommer’s, il celebre sito di viaggi legato alle omonime guide dal nome dell’autore di L’Europa con 5 dollari al giorno, uscito nel 1957. Nell’elenco delle “irripetibili” e per questo sempre più a rischio “estinzione” vi sono anche due località: Civita di Bagnoregio (Viterbo) e Crespi d’Adda, vicino a Bergamo. Solo pochi mesi fa il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha lanciato un appello in favore della prima, splendido borgo etrusco. Crespi d’Adda invece, città industriale costruita nel 1878, patrimonio dell’Umanità lo è già dal 1995: uno splendido e rarissimo esempio di villaggio operario (ancora abitato) con ospedale, uffici, abitazioni, fabbrica ed annesso castello.
“Siamo quasi in dirittura d’arrivo – aggiunge il relatore in Aula della legge Enrico Borghi (Pd) – e mi pare che sia un gesto di significativo rilievo politico il fatto che, a un mese esatto dal gravissimo terremoto di Amatrice, il Parlamento sarà chiamato a votare misure concrete nell’indirizzo di territori e comunità delle aree interne e montane.
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