L'ultimo viaggio della Costa Concordia è iniziato
Sono circa le 11.44 quando il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, dichiara ufficialmente in viaggio verso il porto di Genova la Costa Concordia. E già dalle 6 del mattino erano iniziate le operazioni per ruotare il relitto, preliminari alla partenza.
Ciò che resta della nave naufragata il 13 gennaio del 2012 è attualmente al traino di Resolve Earl e di Blizzard, i due rimorchiatori che condurranno il relitto fino in Liguria, affiancata dalle motovedette della Capitaneria di Porto e seguita da altre navi appoggio, tra le quali anche Armonia, un vascello anti inquinamento.
L’arrivo dell’ok definitivo che ha dato il via libera alla navigazione, è stato salutato da un applauso presso il centro di coordinamento delle operazioni, mentre in mare il relitto è stato accompagnato nei suoi movimenti dalle sirene delle imbarcazioni presenti, e da alcuni getti d’acqua che si sono alzati dagli idranti degli altri rimorchiatori presenti all’imboccatura del porto dell’isola. Una soddisfazione che però “deve essere misurata e sobria e che non può prescindere dal motivo per il quale siamo qui” ha dichiarato Gabrielli. “Non dimenticheremo – ha spiegato il prefetto in conferenza stampa – ma bisogna lasciare la giusta soddisfazione a chi ha portato a termine una operazione titanica“.
Difficile “non commuoversi” anche per Franco Porcellacchia, responsabile del progetto per Costa. “In questa opera grande merito ha avuto l’ingegneria italiana” tuttavia il vero “goleador” è il sudafricano Nick Sloane, regista delle operazioni di rigalleggiamento del relitto.
Un’operazione che il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, definisce una “straordinaria prova tecnica, di ingegno e di lavoro. Ai tecnici e a tutti i lavoratori, al sub che ha perso la vita durante il recupero va il mio ringraziamento e la mia ammirazione“.
Un lavoro che, comunque, non restituisce ai propri cari le 32 vittime di quello che attualmente è il naufragio della nave passeggeri di maggior tonnellaggio mai avvenuto nella storia della marineria, ma che in un certo senso riscatta in parte l’immagine dell’Italia: non solo scelte azzardate o sottovalutazione dei rischi, ma anche una Nazione che sa mettere mano a quanto accaduto. Per rialzarsi.
“Questa partenza – ha dichiarato il sottosegretario Delrio – dice che c’è una possibilità per questo Paese: stringersi e trovare insieme le soluzioni e dare una speranza, è un’occasione nuova, guardare al futuro con ottimismo“. Per Delrio “siamo un Paese che sa imparare dai propri errori, anche da quelli dei singoli. L’Italia ha fatto sistema per rimediare a un errore di uno solo, pagato da tutta la comunità“.
Al momento, la Concordia è a 6.2 miglia nautiche da punta del Fenaio, a nord del Giglio, e procede a 2,3 nodi, circa 4 chilometri l’ora. La lenta navigazione del relitto proseguirà fino a domenica mattina, quando è previsto l’ingresso nel porto di Genova, dove è già stata attivata l’unità di crisi presso la Capitaneria di Porto che seguirà la navigazione fino all’ormeggio in banchina. “Siamo pronti – ha spiegato il responsabile, Daniele Intellisano – ad accogliere il convoglio quando arriverà a 3 miglia dal porto per assicurare tutta l’assistenza per le operazioni propedeutiche all’ormeggio“.
L’ultima ribalta della grande nave bianca, la pagina conclusiva di una parte di storia che ha segnato oltre 3.000 passeggeri, molte famiglie, un’isola e un Paese intero.
Il Giglio riconquista le sue coste, liberate da una presenza ingombrante che continuava a ricordare, con silenziosa tragicità, il costo di un errore, la paura, il lutto.
Resta il processo, ora, che certificherà le responsabilità oggettive di quella notte. Quelle soggettive, morali, sono in viaggio ora verso Genova.
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