Condannato a morte con l’accusa di genocidio Saif al Islam, secondogenito di Muammar Gheddafi. Il figlio “prediletto” dell’ex capo della dittatura militare istaurata in Libia dal 1969, era stato arrestato per aver represso nel sangue le dimostrazioni pacifiche durante la rivoluzione del 2011. Condannati anche l’ex capo dell’intelligence libica Abdullah al Senussi e l’ex premier libico Baghdadi al-Mahmoudi.
Ma mentre Tripoli condanna gli ultimi eredi di Gheddafi,Tobruk non riconosce la sentenza. Saif, considerato come l’erede dell’ex raìs, era ricercato anche dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità, ma la milizia che lo ha catturato dopo tre mesi di fuga nel novembre 2011 continua ad opporsi a qualsiasi processo fuori dal territorio libico. Attualmente il secondogenito di Gheddafi è detenuto in un carcere di Zintan, nella zona controllata dal governo ufficiale di Tobruk ed Al Mabruk Qarira, ministro della Giustizia del governo riconosciuto a livello internazionale, ha affermato di considerare il tribunale di Tripoli pronunciatore della sentenza “illegittimo” perchè situato appunto in una zona non controllata dallo Stato e quindi non riconosce la sentenza nei confronti di Saif.
Mentre l’ufficio diritti umani delle Nazioni Unite si è detto “profondamente turbato” per le sentenze, arriva il commento di Saif, secondo quanto riportato dalla Bbc: “Non ho paura di morire, ma se mi ucciderete dopo un processo del genere dovrete solo parlare di omicidio”.
In tutto il leader libico Muammar Gheddafi ha avuto otto figli da due moglie diverse: da Fatima ha avuto il primogenito Mohammad, da Safia gli altri.
P.M.
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