Inguaribili ottimisti: così verrebbe da definire i componenti del centro studi di Confindustria che avevano vaticinato il raggiungimento di quota +0,2% del Pil entro fine 2014. Una previsione totalmente disattesa dai fatti, come già aveva annunciato ieri, del resto, anche l’Ocse: il prodotto interno lordo dello Stivale, infatti, registra, per il solo anno corrente, una contrazione di ben -0,4%.
Un dato, questo, che non solo allarma tutto il sistema produttivo del Paese ma che regala all’Italia una affatto lusinghiera maglia nera in tema di crescita: il nostro sarebbe, infatti, l’unico Paese del G7 a far registrare un andamento negativo del Pil per quest’anno solare.
E le cose, secondo l’Ocse, non dovrebbero migliorare troppo neanche il prossimo anno visto che, a fronte di una crescita del Pil stimata a +1,1% (a partire dallo +0,8% del 2014) per l’Eurozona, l’Italia riuscirebbe a rosicchiare un misero +0,1% .
Anche il centro studi di Confindustria, forse presago del rischio di incorrere in nuovi macroscopici errori di valutazione dettati da un’esercizio di ottimismo quantomeno incauto, ha deciso di rivedere le stime del Pil per il 2015: crescita dimezzata allo +0,5%. Una previsione, comunque, sempre ben più ottimistica del risicatissimo +0,1% stimato dall’Ocse.
“Il 2014 ce lo siamo giocato“, ora – avverte il capoeconomista di Confindustria Luca Paolazzi commentando le nuove stime del centro studi degli industriali, “l’attenzione è tutta sul 2015: siamo stati più ottimisti di altri prevedendo un +0,5% del Pil, ma è un tutto da conquistare“. Il rapporto sugli scenari economici di via dell’Astronomia indica che per l’economia italiana “l’immagine complessiva è di assestamento. Il rischio – avverte – è di essere in presenza di una subsidenza“.
Ma le correzioni al ribasso non si fermano qui. Anche quanto all’indebitamento netto della Pa, Confindustria ha dovuto rivedere molte cose rispetto alle stime diffuse a giugno: il 3% del Pil per il 2014 e il 2,9% per quello venturo, a fronte di stime, rispettivamente, del 2,9% e del 2,5%, come, invece, annunciato poco prima dell’estate.
“Si può e si deve reagire tempestivamente con misure di rilancio di competitività e investimenti: i risultati arriverebbero rapidamente“, fanno sapere da via dell’Astronomia. Il regno dell’ottimismo.
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