Sfiducia respinta per Luca Lotti, ministro del governo Gentiloni. Sconfitto il M5S della senatrice Paola Taverna che in Aula aveva denunciato “un vero e proprio sistema Renzi” sostenendo che “in un Paese civile basterebbe a far cadere il governo”.
Con 161 no, 52 sì e due astenuti – i due senatori del gruppo Per le Autonomie – il Senato ha bocciato ieri sera la mozione di sfiducia presentata dal M5S contro il ministro dello Sport Luca Lotti, coinvolto nell’inchiesta Consip. Presenti 219, votanti 215. Hanno votato no anche i senatori di Ala e i tre esponenti tosiani di “Fare!”. Forza Italia, nel nome del garantismo, è invece uscita dall’Aula. Cosa che non hanno fatto i verdiniani (del loro apporto non ci sarebbe stato bisogno), che hanno respinto anche loro la mozione di sfiducia per Lotti creando un certo imbarazzo nel Pd.
La coincidenza con le Idi di Marzo, dunque, non è stata fatale né per il Governo né per il ministro dello Sport che nel suo discorso si è difeso con passione, respingendo l’accusa di avere messo sul chi vive gli indagati:
“Mai rivelato segreti a Marroni, dirlo è calunnia. Ho fiducia nella giustizia, vado a testa alta, usano me per colpire una stagione politica. Chi chiede le dimissioni è politicamente scorretto”.
Respinto l’attacco esterno portatogli dal Movimento Cinque Stelle, che facendo cadere Lotti avrebbe fatto cadere l’intero Gabinetto e forse messo fine alla legislatura, che cosa accadrà quando un ben più infido attacco sarà portato dal gruppo bersaniano di Mdp? Gli scissionisti, infatti, non hanno votato ieri la sfiducia dei Cinquestelle ma vogliono ugualmente le dimissioni di Lotti, e hanno depositato una mozione in cui chiedono che Gentiloni gli ritiri le deleghe. Se fosse calendarizzata, rischierebbe di raccogliere più consensi di quella bocciata ieri: una vera e propria trappola ad orologeria.
Si può dire invece che il MoVimento di Grillo e Casaleggio abbia ottenuto ciò che voleva, perché “anche la mozione contro la Boschi non passò – aveva spiegato il giorno prima Di Battista – da lì cominciò il declino del Pd”. Niente clamore, stavolta, e nemmeno folklore nell’emiciclo di Palazzo Madama.
Ma l’incertezza di un governo che, se rispetta le scadenze, dovrebbe terminare il suo iter nel 2018 continua a tenere banco, pur tra l’esultanza di un Matteo Renzi che attacca i grillini con una battuta: “Cinque stelle e due misure… Usano il garantismo con Virginia Raggi e fanno mozioni di sfiducia contro gli altri”. E annuncia querele con “corpose” richieste di risarcimento contro chi “insulta, denigra, offende”. Anche se Beppe Grillo ha già messo in atto una misura preventiva, dichiarando che il blog pubblica “a sua insaputa” e declinando la responsabilità di fronte alle richieste danni.
A.B.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy