Aveva presentato le sue dimissioni ma il ministro dell’Economia Pierl Carlo Padoan le ha respinte. Luigi Marroni rimarrà alla guida della Consip, la centrale di approvvigionamento della Pubblica amministrazione al centro del’inchiesta delle due Procure (Napoli e Roma) riguardante episodi di corruzione, traffico d’influenze e cattiva gestione di appalti pubblici e che vede coinvolti dirigenti e alti nomi della politica.
“Avevo scelto di lasciare la mia posizione sia per tutelare l’azienda sia la mia persona. Il ministro mi ha confermato la fiducia e invitato ad andare avanti. Cosa che faccio, ringraziandolo per la stima” ha affermato a Repubblica Luigi Marroni, amministratore delegato Consip.
Marroni ha annunciato la revoca delle gare sospette, comprese ovviamente quella assegnata a Romeo. “Lunedì presenteremo una modifica al nostro regolamento che preveda la revoca delle gare sulle quali nutriamo dei sospetti. È una misura estrema e molto grave, che genererà preoccupazione nel mondo degli appalti. Ma dobbiamo farlo. La gara assegnata a Romeo è uno di quei casi su cui potremo intervenire”.
Che cos’è Consip. Prima di riprendere le fila dell’inchiesta, è forse bene chiarire di che cosa si tratta quando parliamo di Consip, il cui ruolo è principalmente quello di far risparmiare soldi allo Stato sui costi di gestione delle gare, sui tempi di approvvigionamento e sulle economie di scala. In poche parole, acquistando tramite Consip, un piccolo ospedale di provincia, ad esempio, può pagare una siringa quanto una grande struttura, teoricamente “avvantaggiata” in termini di organizzazione. Attraverso la Centrale degli acquisti viene smistato un flusso di denaro enorme. Un preconsuntivo dell’attività del Programma acquisti del 2016 parla di circa 48 miliardi di “spesa presidiata“, di cui circa 8 miliardi soltanto gestiti dalla Consip.
L’inchiesta. L’indagine sulla centrale degli acquisti pubblici si divide in realtà in due filoni: uno riguarda direttamente il Governo e vede il coinvolgimento del ministro dello Sport Luca Lotti, mentre l’altro potrebbe giocare un ruolo all’interno delle primarie del Partito democratico che si svolgeranno a fine aprile.
Quello principale è retto dalla Procura di Napoli e si concentra sulla “gara d’appalto più ricca d’Europa” del valore di 2,7 miliardi di euro, bandita nel 2014 e denominata Fm4 (facility management, servizi gestionali università e altri uffici della Pa). Secondo i magistrati, il “re degli appalti pubblici” Alfredo Romeo avrebbe vinto la gara pagando un funzionario della Consip, il dirigente Marco Gasparri con una tangente di 5 mila euro in contanti nel 2012, ai quali sarebbe stati aggiunti successivamente altri 100 mila euro.
Secondo la tesi accusatoria, l’imprenditore casertano arrestato ieri avrebbe promesso dei soldi anche all’imprenditore farmaceutico Carlo Russo per poter incontrare Tiziano Renzi e, tramite il padre dell’ex premier, fare pressione sull’amministratore delegato Marroni per ottenere uno o più lotti della concessione miliardaria. Sia Russo che Tiziano Renzi sono attualmente indagati per traffico di influenze.
Benché non riguardi direttamente Matteo Renzi, questo scandalo potrebbe compromettere la scalata alla leadership del Pd da parte dell’ex premier. Soprattutto perché, tra i canditati alla segreteria di partito, vi è anche l’ex presidente della Regione Puglia ed ex sindaco di Bari, Michele Emiliano, interessato dallo scandalo Consip in qualità di testimone. Emiliano aveva infatti mostrato a un giornalista del Fatto Quotidiano degli sms dell’allora sottosegretario Luca Lotti e di Tiziano Renzi, in cui gli veniva consigliato di incontrare Carlo Russo, garantendogli che “non se sarebbe pentito”.
Fino a ieri niente provava che gli incontri tra Marroni e Tiziano Renzi fossero realmente avvenuti. Oggi però, Repubblica ha pubblicato un’intervista in cui un commercialista di Napoli ed esponente del Pd, Alfredo Mazzei, parla di un incontro tra Tiziano Renzi, Romeo e Russo, aggiungendo però che non è ne è stato testimone e che è stato lo stesso Romeo a parlargliene.
Il filone della Procura di Roma riguarda invece l’inchiesta relativa a Luca Lotti, ministro dello Sport con deleghe importanti al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) e all’editoria. Lotti è sospettato di rivelazione di segreto e favoreggiamento. In sostanza, l’accusa è di aver avvertito l’amministratore delegato di Consip, Marroni dell’indagine sulla sua società.
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