Carabinieri e Guardia di Finanza hanno perquisito stamattina la sede di Consip a Roma. È stata la Procura di Roma a ordinare di acquisire tutti gli atti sul mega appalto Fm4.
Eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma e dalla guardia di finanza di Napoli, l’ordinanza porta le firme del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi, nel filone d’inchiesta che ha portato all’arresto dell’imprenditore Alfredo Romeo.
La Procura di Roma ha anche chiesto di sentire Marco Gasparri di fronte al GIP, nell’incidente probatorio. Il dirigente della centrale di acquisti della pubblica amministrazione è accusato di corruzione nel filone romano dell’inchiesta. Ielo e Palazzi intendono cristallizzare una versione definitiva delle sue accuse contro il “re degli appalti”. Parlando a più riprese con i magistrati di Roma e di Napoli, Gasparri ha sostenuto che Romeo gli ha versato circa 100 mila euro in cambio di informazioni sugli appalti banditi da Consip.
Intanto il consigliere laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha chiesto al CSM di occuparsi dello scontro fra le procure di Roma e Napoli sul caso Consip. Il massimo organo della magistratura italiana, secondo Zanettin, dovrebbe “verificare” se il comportamento di elementi delle procure possa aver danneggiato l’“immagine di imparzialità ed indipendenza” del magistrato. La procura di Napoli, ricorda il consigliere forzista, ha “ribadito ‘piena fiducia nell’operato del Noe’” anche dopo che i colleghi di Roma hanno accusato di falso ideologico il suo capitano Gianpaolo Scarfato per le intercettazioni su Tiziano Renzi, il padre del segretario PD ed ex premier Matteo Renzi.
“L’opinione pubblica – scrive Zanettin – si chiede se Scarfato abbia agito per sbadataggine, o perché mosso da ambizione di carriera, o addirittura perché manovrato da qualche burattinaio che è rimasto nell’ombra”.
È certo che queste vicende gettano un’ombra inquietante sul comportamento di apparati dello Stato, in apparente conflitto tra loro.
L’appalto Fm4 al centro dell’inchiesta, bandito nel 2014 e diviso in 18 lotti, aveva un valore complessivo di 2,7 miliardi di euro. Romeo aveva vinto tre di quei lotti, relativi alla fornitura di servizi di pulizia e manutenzione in diverse sedi istituzionali di Roma, per un valore totale di 602 milioni di euro.
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