Consultazioni, fumata nera dal Quirinale

“Sono possibili solo governi che ottengono la fiducia del Parlamento con accordi dei gruppi su un programma per governare il Paese, in mancanza di queste condizioni la strada è quella delle elezioni”.  Accordi tra i gruppi invece al momento non ce ne sono, mentre la richiesta avanzata al Capo dello Stato è di avere ancora tempo per tentare un accordo.

Nulla di fatto quindi nel primo giro di consultazioni iniziate ieri pomeriggio con i gruppi parlamentari minori e proseguite in questa lunga e faticosa giornata, soprattutto per Mattarella, fino alle 18 circa.

E’ solo dopo le due ore che si è concesso per raccogliere le idee il Capo della Stato, intorno alle 20, ha comunicato la decisione di concedere ai partiti altri cinque giorni per trovare una maggioranza. Avvertendo anche che ”il ricorso agli elettori è necessario se il parlamento non è in grado di esprimere una maggioranza di governo”. “Mi è comunicato che sono state avviate iniziative tra partiti – ha detto in chiusura di un discorso asciutto e severo – Ho il dovere di richiedere decisioni sollecite”.

Quindi il Presidente si è congedato senza un gesto di saluto. A sottolineare il suo disappunto per non avere riscontrato la volontà dei singoli gruppi di voler risolvere in tempi ragionevolmente  brevi una situazione che rischia di vedere inesorabilmente l’avvicinarsi del mese di settembre.

Ancora una settimana dunque, a partire da questa sera, prima fu conoscere le decisioni del Capo dello Stato in merito a questa crisi di governo che ha davvero dell’incredibile. Non riuscendo ancora oggi, a distanza ormai di due settimane dall’annuncio di Salvini in quel di Pesaro che per lui, e solo per lui, era giunto il momento di staccare la spina al governo giallo verde. Salvo successivi ripensamenti che potrebbero anche far presagire un nuovo accordo tra Lega e Cinque Stelle, considerando irrealizzabile la possibilità per M5S di condividere il proprio articolato programma (dieci punti) con un Pd che ha presentato cinque argomenti appena abbozzati, poco convincenti e affatto collimanti con un progetto ben più pertinente, almeno sulla carta, con le necessità dell’Italia e degli italiani.