3-0 al Varese in Coppa Italia: tornano gli abbracci in casa Lazio
Davanti ai pochissimi intimi convenuti all’Olimpico, la Lazio ritrova il sapore della vittoria e, superando per 3-0 il modesto Varese, si guadagna l’accesso agli ottavi di finale della Coppa Italia 2014/15 che la vedranno opposta, il 14 gennaio, al Torino che avrà il vantaggio del fattore campo.
Un Olimpico semideserto ha accolto le due squadre
Konko e Djordjevic: tornano gli abbracci in casa Lazio
La partita si è risolta in una pura formalità ed in un’utile allenamento agonistico per i ragazzi di Pioli ma l‘avvio non era certo stato dei più promettenti con le pantere rosse lombarde subito aggressive e per nulla disposte a recitare il ruolo dell’agnello sacrificale per il rilancio biancoceleste: al primo affondo, già al 5′, infatti prima Rivas concludeva pericolosamente ma una deviazione partoriva solo un angolo e subito dopo, al termine di un’azione convulsa, Borghese centrava il palo. La Lazio, schierata con il consueto 4-3-3 anche se ricco di varianti rispetto alla formazione tipo (in campo Berisha, Konko, Cana, Lulic nell’inedita versione di terzino sinistro, finalmente Ledesma, Onazi, Ederson e, davanti, Felipe Anderson e Keita ai lati di Djordjevic), impiegava un pò per prendere le misure all’avversario ma, dopo il quarto d’ora, l’area ospite diventava più trafficata della tangenziale all’ora di punta. Bisognava attendere, però, il 24′ per assistere al vantaggio laziale propiziato da un pallone vagante raccolto da Konko la cui conclusione veniva deviata dallo sfortunato Simic alle spalle di Perucchini. La partita fatta di grande attenzione dei lombardi si chiudeva, di fatto, lì perchè, già due minuti dopo, gli ospiti, ancora frastornati, concedevano una micidiale ripartenza ai biancocelesti che si concludeva con un siluro terra-aria di Djordjevic sotto la traversa per il 2-0. Una Lazio rinfrancata, cominciava a far girare palla con più autorità ma non succedeva altro sino al riposo, salvo le ammonizioni all’indirizzo di Onazi e di un Felipe Anderson molto propositivo quanto fumoso al momento di concludere le sue giocate con un assist o un tiro.
L’incontenibile felicità di Felipe Anderson
Il secondo tempo si apriva con la Lazio al comando delle operazioni ma ad un ritmo da crociera, tanto da consentire ad un Varese già con la testa al prossimo impegno in un campionato che, in virtù dei tre punti di penalizzazione, vede i lombardi invischiati in piena zona retrocessione (o playout, sarebbe più corretto dire) al quartultimo posto in B, di creare anche due occasioni, di cui una anche abbastanza clamorosa, con Lupoli, ex bella speranza del calcio italiano un pò persa per strada in Inghilterra. Nel mezzo, un’incornata a colpo sicuro di Konko, sventata di puro riflesso da Perucchini. Pioli concede la doccia anticipata a Ederson (ennesimo fastidio al retto femorale della coscia sinistra) per inserire Braafheid e riportare, quindi, Lulic ad un più consono ruolo di esterno sinistro a centrocampo. Ma, al di là di qualche guizzo (pochini, per la verità) di Keita e a qualche giocata di un Felipe Anderson tanto voglioso di farsi notare quanto poco lucido al momento di concretizzare, il gesto tecnico più rilevante dell’intera ripresa rimane, sino alla rete del 3-0, uno stop a seguire lungo l’out proprio di mister Pioli…
Miro Klose: che quest’immagine non resti solo un ricordo…
Il 3-0, come accennato, è frutto di una violenta conclusione dalla distanza di Anderson (complice anche una leggera deviazione a testimonianza di un pomeriggio non proprio fortunato per le pantere di Bettinelli) che s’insacca alle spalle di Perucchini a 10′ dal termine. Successo personale salutato dal brasiliano come fosse una gara di Champions. Un giusto premio alla grande voglia dimostrata dal sempre criticato esterno laziale. Speriamo serva a sbloccare psicologicamente un giocatore di indubbie qualità tecniche ma finora mai del tutto convincente. Finisce così un match che, perlomeno, ha avuto il pregio di far riprendere alla squadra confidenza con una vittoria che non arrivava dal 4-2 al Cagliari foriero di ben altre aspettative. E utile, soprattutto, a riportare l’attenzione sulle vicende agonistiche di una formazione che inizia ad accusare qualche mal di pancia di troppo. Klose, infatti, era atteso al centro dell’attacco dal primo minuto, ma non era neppure in panchina. Lombalgia, è stata la motivazione dell’esclusione in extremis.”Non avesse accusato dolore alla schiena, oggi avrebbe giocato lui. Ma non è nulla di grave e speriamo di riaverlo già a Parma“, le parole (poi confermate anche dal medico sociale, Roberto Bianchini e avvalorate dalla repentina partenza della punta alla volta della Germania per affidarsi alle cure del Dott. Mueller-Wohlfahrt, ndr) con cui Stefano Pioli ha smontato sul nascere il caso-Klose , nato dopo le dichiarazioni rese dall’attaccante tedesco alla Bild in cui si lamentava esplicitamente dello scarso impiego facendo ventilare l’ipotesi di chiedere una cessione (un ritorno al Kaiserslautern, pur in serie cadetta?) già a gennaio. E, pur convenendo che Djordjevic meriti la maglia da titolare, sarebbe una partenza molto dolorosa che priverebbe la Lazio di una risorsa fondamentale per allargare il ventaglio delle soluzioni offensive. Ma la lista degli scontenti non si esaurisce al Kaiser: anche Konko, a fine partita però, pur felice per l’inusuale gioia della marcatura, ha dichiarato, sibillino, che: “La mia volontà è quella di rimanere, però dovete chiedere alla società…“. Infine, quanto alle ultime news dall’infermeria, per Antonio Candreva, lo stesso Bianchini ha parlato di “lesione di primo grado alla coscia sinistra” che, tradotto, vorrà dire almeno 20 giorni di stop. Già si incrociano le dita per riaverlo al 100% in occasione del derby programmato per l’11 gennaio.
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