Era un missile balistico intercontinentale (ICBM) quello testato ieri dalla Corea del Nord. Lo ha confermato il governo degli USA.
Il Segretario di Stato Rex Tillerson parla di “escalation della minaccia” e annuncia: “Per fermare una minaccia globale serve un’azione globale”.
Il comunicato di Tillerson – pubblicato solo in serata: ieri negli USA si festeggiava il giorno dell’Indipendenza – conferma i sospetti destati dalle ultime esternazioni di Trump contro la Cina, e cioè che gli USA stanno perdendo la pazienza di fronte alla politica di Pechino nei confronti di Pyongyang, che reputano troppo accomodante.
“Ogni Paese che ospita lavoratori nordcoreani, fornisce qualsiasi risorsa economica o militare, o non applica appieno le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ONU – si legge nel documento – sta aiutando e spalleggiando un regime pericoloso”.
Come si accennava, gli analisti di Washington hanno confermato che il missile testato ieri – noto come Hwasong-14 – fosse proprio un ICBM. Questo, molto in breve, sta a significare che può volare per più di cinquemila chilometri percorrendo traiettorie suborbitali.
Durante il volo di prova l’arma si è inabissata in mare a 930 chilometri dal punto del lancio, ma ha seguito una traiettoria “a campanile”, una parabola molto alta, toccando i 2.500 chilometri di quota. Con una traiettoria standard la sua gittata si potrebbe estendere per circa 6.700 chilometri, quanto basta per colpire l’Alaska, che è già parte del territorio degli USA.
Gli ICBM sono usati, più che per colpire bersagli, come arma di dissuasione. Per questo il loro armamento classico prevede una testata nucleare. La Corea del Nord dispone di armi atomiche, ma gli esperti occidentali dubitano che la sua tecnologia nucleare abbia raggiunto il livello necessario per riuscire a montarle sui missili.
In Corea del Nord la tv di Stato ha celebrato il successo del test con un’edizione speciale del notiziario, accompagnando l’annuncio con musica e inni patriottici, e minacciando di “sradicare la minaccia degli Stati Uniti e il loro ricatto nucleare”. Il dittatore Kim Jong-un ha definito il lancio un “regalo” agli USA, per il 4 luglio, e ne promette di nuovi: “Credo che non siano contenti del regalino che gli abbiamo mandato in occasione del Giorno dell’Indipendenza. Dovremmo mandargli spesso questo tipo di regali, così non si annoieranno troppo”.
F.M.R.
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