Un missile balistico lanciato dalla Corea del Nord ha volato per 40 minuti, prima di inabissarsi nel mare del Giappone. È accaduto quando in Italia erano le 8.30 di stamattina, mentre in Estremo Oriente era già pomeriggio.
“Il lancio è riuscito”, dichiarano le autorità di Pyongyang. Nelle ore precedenti la radio ufficiale del regime di Kim Jong-un aveva anticipato che avrebbe fatto un annuncio importante alle 15 locali. Secondo il Nord, si tratta del primo missile balistico intercontinentale testato con successo. Il regime giura che l’arma sperimentata sia in grado di raggiungere l’Alaska. In realtà, secondo i dati degli analisti della Corea del Sud, il missile è rimasto in volo per 930 chilometri dopo essere partito dalla base aerea di Panghyon, a nord della capitale, raggiungendo l’altitudine massima di circa 2500 metri. Un tragitto sicuramente lungo, ma ancora lontano dalla definizione comunemente intesa di “missile intercontinentale”. Ma in ogni caso è una dimostrazione che il programma missilistico di Pyongyang, tra molti fallimenti e moltissime proteste internazionali, accumula anche qualche pericoloso successo.
“Il lancio odierno del mikssile mostra chiaramente come la minaccia di Pyongyang diventi sempre più pericolosa”, ha commentato il primo ministro giapponese, Shinzo Abe. Tokyo ha presentato una protesta formale. Non è chiaro se il missile sia caduto in mare dentro o fuori la zona economica esclusiva del Giappone, cioè quell’area di mare – compresa nelle acque internazionali, ma vicina a quelle territoriali dello Stato asiatico – sulla quale il Paese rivendica alcuni diritti.
Il presidente USA Donald Trump ha commentato l’accaduto su Twitter, auspicando che la Cina risolva la situazione “una volta per tutte” con una “mossa forte”.
Ieri, in una telefonata con il suo omologo cinese Xi Jinping, Trump aveva criticato proprio i toni concilianti usati da Pechino nei confronti di Pyongyang. La Corea del Nord è un Paese poverissimo, dipendente dagli aiuti economici della Cina, che in cambio se ne serve come Stato-cuscinetto in un teatro geopolitico dove i suoi interessi si incrociano con quelli russi, americani, giapponesi e sudcoreani.
Oggi le cancellerie di Pechino e Mosca hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si sono dette “seriamente preoccupate” dal test missilistico, definito “inaccettabile”.
Per il viceministro degli Esteri russo, Sergej Rjabkov, il test fornisce “nuovi argomenti a chi cerca pretesti per una nuova escalation delle tensioni”. Rjabkov si dice favorevole a una “soluzione diplomatica”. Nel comunicato congiunto, i governi di Russia e Cina rilanciano il “doppio congelamento”, propongono cioè di bloccare sia i test missilistici del Nord sia le esercitazioni militari del Sud concertate con gli USA, e chiedono a tutte le nazioni coinvolte di dimostrare “moderazione”, rinunciando “alle provocazioni e alla retorica bellica”.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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