Il Comune di Milano ha attivato da oggi la piattaforma informatica dedicata al “whistleblowing”, ossia la possibilità per i dipendenti comunali di segnalare con line, con garanzia di anonimato, un illecito, un’illegalità o un’irregolarità lesivi dell’interesse pubblico.
E’ quanto annuncia Palazzo Marino, spiegando che “l’attivazione, in un’apposita sezione della intranet comunale, è un ulteriore tassello del Piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune di Milano, approvato dalla Giunta il 31 gennaio 2014 su proposta del Segretario generale in qualità di responsabile anticorruzione e trasparenza del Comune. La segnalazione, effettuata in buona fede, deve essere circostanziata, pena la decadenza della segnalazione stessa, e deve riguardare comportamenti che possano arrecare un pregiudizio patrimoniale e un danno di immagine all’ente che eroga servizi alla città e ai cittadini”.
L’Amministrazione, spiega che si tratta di una procedura prevista dalla Legge nazionale n. 190/2012, secondo cui “fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all’autorità giudiziaria o alla Corte dei conti (o all’Autorità Nazionale anticorruzione Anac (come disposto con legge n. 144/2014), ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia”. Il Comune di Milano spiega che attraverso la piattaforma on line, la segnalazione viene indirizzata all’Organismo di garanzia, che la verifica e dà avvio alle attività istruttorie. L’Organismo di garanzia, nominato dal sindaco lo scorso 24 settembre, è composto da soggetti di riconosciuta autorevolezza ed esperienza: i presidenti di due associazioni impegnate da anni nella formazione civile e nella lotta alle mafie, quali Transparency International con Virginio Carnevali e Avviso Pubblico con Roberto Montà e il vice Segretario generale vicario del Comune di Milano Mariangela Zaccaria, tutti con incarico triennale non rinnovabile. L’accesso alla piattaforma rende criptati tutti i dati inseriti da chi effettua la segnalazione, e che non viene tracciato il traffico determinato dall’accesso e dalla navigazione nella piattaforma stessa. Quest’ultima, quindi, coniuga il requisito imprescindibile della riservatezza e della garanzia dell’anonimato con quello dell’accessibilità e della sicurezza tramite alcuni meccanismi fondamentali: la non rintracciabilità del segnalante, la presenza di un protocollo informatico sicuro, la mail del segnalante criptata e nascosta agli amministratori del sistema, l’assenza di log di accesso registrato sul sistema informatico nel quale è inserita la piattaforma. La segnalazione, inoltre, è sottratta al diritto d’accesso. Per i dipendenti del Comune privi di una postazione informatica viene messa a disposizione, in via sperimentale, una postazione dedicata all’accesso generalizzato alla rete intranet presso la Direzione centrale risorse umane organizzazione e servizi generali. Accanto alla piattaforma informatica, il Comune ha avviato anche un programma di formazione rivolto a circa cinquemila dipendenti (tra dirigenti, responsabili di servizio e persone inserite negli ambiti “a rischio corruttivo”) con due obiettivi: favorire la sempre maggior diffusione e condivisione delle tematiche della trasparenza e dell’anticorruzione e dare continuità alla sinergia che ha caratterizzato l’attività di tutta la struttura organizzativa nella predisposizione del Piano triennale di prevenzione della corruzione.
Il whistleblowing è uno strumento legale, già collaudato da qualche anno, anche se con modalità diverse, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna – per informare tempestivamente su eventuali tipologie di rischio: pericoli sul luogo di lavoro, frodi all’interno, ai danni o ad opera dell’organizzazione, danni ambientali, false comunicazioni sociali, negligenze mediche, illecite operazioni finanziarie, minacce alla salute, casi di corruzione o concussione e molti altri ancora. E’ evidente come i primi in grado di intuire o ravvisare eventuali anomarie all’interno dell’impresa, di un ente pubblico o di un’organizzazione no-profit sono spesso coloro che vi lavorano e che sono in una posizione privilegiata per segnalare queste irregolarità. Tuttavia, indipendentemente dalla gravità o meno del fenomeno riscontrato, molto spesso i dipendenti non danno voce ai propri dubbi per pigrizia, ignoranza, egoismo ma, soprattutto, per paura di ritorsioni (se non addirittura del licenziamento) o per la frustrazione di non vedere un seguito concreto e fattivo alle proprie denunce. Una legge per l’istituto del whistleblowing offre – e offrirebbe anche in Italia – una tutela legale per i lavoratori che denunciano le irregolarità nel caso questi subiscano una ritorsione da parte del “denunciato” proprio a causa della delazione di quest’ultimo.
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