La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che la Russia non prese misure adeguate per prevenire l’assedio nella scuola di Beslan nel 2004 che portò al massacro di oltre 334 persone, tra cui moltissimi bambini (186). E l’ha condannata a pagare 3 milioni di euro. Lo riportano i media esteri. La Corte ha inoltre accusato Mosca per le indagini condotte sul caso. Durante l’assedio, i separatisti ceceni presero in ostaggio più di 1.000 persone, la maggioranza bambini, e si concluse con l’intervento massiccio delle forze russe.
A quasi tredici anni da una delle pagine più drammatiche della storia recente della Russia, Strasburgo ritiene che le autorità russe non presero le adeguate misure per evitare il massacro, e l’intervento delle forze di sicurezza di Mosca «contribuì a causare vittime fra gli ostaggi».
A ricorrere a Strasburgo, tra il 2007 e il 2011, sono stati cittadini vittime dell’attacco terroristico, o perché si trovavano nella scuola o perché sono i familiari di uno o più degli ostaggi. Nella sentenza che diverrà definitiva tra 3 mesi se le parti non ricorreranno in appello, i giudici di Strasburgo hanno condannato Mosca anche per “le serie deficienze nella pianificazione e nel controllo dell’operazione” di salvataggio che “in qualche misura hanno contribuito al tragico epilogo”, oltre 330 morti e più di 750 feriti, e per un uso sproporzionato di armi letali da parte delle forze di sicurezza. Infine i togati di Strasburgo hanno condannato Mosca perché l’inchiesta che ha condotto non è stata in grado di determinare se l’uso della forza utilizzato nell’operazione era o no giustificato in quelle circostanze.
Il Cremlino ritiene “assolutamente inaccettabile” la sentenza con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Russia a pagare tre milioni di euro accusandola di non aver preso misure adeguate a prevenire l’assedio di un commando di terroristi nella scuola di Beslan, nel settembre del 2004, in cui hanno perso la vita 330 persone. “Per un paese che è stato attaccato diverse volte dai terroristi – ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov – e purtroppo la lista di tali paesi cresce regolarmente, tali formulazioni sono assolutamente inaccettabili”.
“Verranno prese tutte le azioni legali necessarie” per contrastare la sentenza con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Russia a pagare tre milioni di euro accusandola di non aver preso misure adeguate a prevenire la strage della scuola di Beslan del 2004: lo ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Anche il ministero della Giustizia russo ha annunciato che Mosca presenterà ricorso in appello.
Era il 1 settembre del 2004, primo giorno di lezioni nella Scuole Numero 1 di Beslan, nell’Ossezia del Nord. L’istituto era pieno di genitori, insegnanti e bambini quando un gruppo di 32 guerriglieri islamisti e separatisti ceceni occupò la struttura prendendo in ostaggio oltre 1100 persone. Un assedio durato tre giorni, conclusosi dopo l’irruzione delle forze speciali russe. Irruzione con carri armati, lanciagranate e lanciafiamme, che segnò l’inizio del massacro: durante l’operazione morirono 334 persone, fra cui 186 bambini, oltre 750 i feriti.
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