Riccardo Luna (1965), direttore responsabile di Agi Agenzia Giornalistica Italia, protagonista italiano della trasformazione del giornalismo nell’era digitale. Fondatore di Wikitalia, un’associazione che si occupa di trasparenza e partecipazione politica attraverso la rete, ha lavorato per oltre 10 anni a Repubblica ed ha fondato e diretto tre giornali: “Campus”, “Il Romanista” e “Wired”, i magazine online “CheFuturo!”” e “StartupItalia”, testate e community dedicate agli startupper.
Francesco Piccinini (1981) direttore responsabile di Fanpage, ha lavorato come digital manager di Caltagirone Editore Digital, direttore di AgoraVox Italia e docente di Brand Strategy e Comunicazione presso l’École Supérieure de Gestion di Parigi.
Giovanni Zagni, giornalista professionista, già redattore al quotidiano online IlPost.it, e successivamente a Linkiesta.it occupandosi di esteri e cultura, è entrato a far parte di Pagella Politica nel 2015. Vive a Milano.
Questa task force, pertanto, in quale ambito dovrà operare? Per le notizie false che rientrano nell’ambito dell’art. 656 c.p., la competenza esclusiva è dell’autorità giudiziaria. Per tutte le altre notizie false, esagerate o tendenziose (che non turbano l’ordine pubblico) vige l’ombrello dell’art. 21 della Costituzione, ricorda il consigliere d’amministrazione della Fondazione Einaudi. Certo, se queste notizie producono un danno, chi le diffonde potrà essere chiamato a risarcirlo ma qui entriamo nell’ambito del diritto civile che, come è noto, è nella piena disponibilità delle parti.
Le notizie false, quando non raggiungono il rilievo penalistico di cui all’art. 656 c.p. non devono essere combattute da un’autorità statale – chiarisce l’avvocato – , perché altrimenti si rischia seriamente di incidere sulla libertà di espressione e di sfociare in uno stato autoritario, bensì devono rimanere sottoposte agli unici arbitri di ultima istanza, il buonsenso e la cultura individuale.
Quindi, quali azioni spettano a questi esperti della comunicazione? Contrastare una fake news, in pratica, quali azioni comporterà? Magari segnalare i supposti falsari alle piattaforme web per chiedere la chiusura dei loro profili oppure inoltrare denuncia alla polizia?
Nessuna supposizione è peregrina, credetelo. Piuttosto, come rimarcato da Ciarello, “non è paradossale che il governo che, per la prima volta nella storia repubblicana, pensa ad una commissione contro le notizie false sia costituito in larga parte e sostenuto da una forza politica che ha fondato il proprio consenso elettorale proprio sull’uso strumentale della fake news, come il M5S?” Per rinfrescarci la memoria basteranno: le scie chimiche, i microchip sottopelle infilati dalla Cia, l’uomo che non sarebbe mai andato sulla luna, il pensiero noVax (“i vaccini sono come i marchi delle bestie”, diceva l’ex vicepresidente del Senato Paola Taverna).
Ne consegue che questo governo è forse il meno attrezzato ed il meno autorevole e competente per potere istituire una simile commissione.
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