Cosa nasconde la proroga fino al 31 dicembre dello stato d’emergenza per il coronavirus in Italia? La scadenza fissata sei mesi fa al 31 luglio potrebbe essere spostata in avanti di altri sei mesi. E’ stato lo stesso presidente del consiglio Giuseppe Conte a confermare l’ipotesi della proroga, che dovrebbe essere formalizzata la prossima settimana.
“È una decisione collegiale che prenderemo in Consiglio dei ministri e non voglio anticipare una valutazione, ma faccio una riflessione anticipatoria. Lo stato d’emergenza non significa che non teniamo sotto controllo il virus, una eventuale proroga significa che siamo nelle condizioni di continuare ad adottare misure necessarie, anche minimali. Quindi non vi dovete sorprendere se la decisione sarà quella di prorogare lo stato d’emergenza”.
Ma sulla proroga dello stato di emergenza è lite tra governo e opposizione. I numeri dei nuovi contagi infatti non sono così alti da destare un allarme nazionale, anche perché come sempre non sono affiancati al numero di test eseguiti. Ovvero, i nuovi positivi potrebbero essere asintomatici venuti a contatto con il virus chissà quando, con una certezza della positività al covid-19 certificata dagli anticorpi presenti nel sangue prelevato. Quello che davvero conta in questo momento in cui l’epidemia da tenere sotto controllo è soprattutto il malessere economico che rischia di aumentare via via che dì avvicinano i pagamenti obbligatori, dovrebbe essere il numero dei nuovi ricoveri e dei posti occupati nelle terapie intensive, al momento fortunatamente libere da nuovi contagiati necessitanti di assistenza respiratoria.
La decisione che aleggiava nell’aria anche perché il DPCM che contiene le modalità d’ingresso in Italia scade il 14 luglio, è stata comunicata ex abrupto dal presidente Conte ieri mattina, da Venezia dove era in visita per testare la tenuta del Mose con le sue paratie che dovrebbero tenere all’asciutto la città da qualsiasi nuova inondazione. Come ormai è solito fare, l’avvocato del popolo non ha consultato nessuno. Ne’ Quirinale, ne’ maggioranza, figuriamoci l’opposizione. Forse Conte, esaltato dai sondaggi incline a decidere senza avvertire maggioranza, figuriamoci opposizione. Sembra che Conte, esaltato dai sondaggi (Ipsos) che lo attestano con 63% come il leader più amato (fu così anche per Mario Monti, presidente del Consiglio nel 2012, poi il suo partito – Scelta Civica – fondato per l’occasione fu un vero flop da 3% fino a scomparire del tutto poco tempo dopo) continui a credere di essere un uomo solo al comando del Paese e come tale agisce. Un uomo nel pieno diritto di assumere decisioni in proprio, soprattutto se impopolari come potrebbe essere quella di bloccare ancora il Paese, già allo stremo con la cassa integrazione che ancora non arriva e con il rischio di perdere un terzo delle imprese ancora chiuse, per altri mesi ancora. Ciò gli permetterebbe anche di far slittare in avanti le regionali, fissate per settembre, mentre per la scuola a due mesi dalla riapertura, non si sa ancora nulla.
Ma siamo proprio sicuri che siano davvero pochi, stando ai sondaggi, gli italiani che hanno da ridire sull’operato del Premier? A questo punto sarebbe il caso di chiederlo direttamente agli elettori. Il pluralismo è l’unica sostanza capace di fecondare davvero il terreno della democrazia liberale.
A.B.
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