Non è soltanto la diffusione del Covid e l’innalzamento dell’indice RT oltre il 2,0 in Lombardia Basilicata e Piemonte, ad occupare – più che a preoccupare, altrimenti almeno nei mesi precedeni la seconda ondata avrebbero studiato una qualche strategia – il nostro governo: il tema del Natale e della gestione delle festività natalizie è ormai da giorni al centro del dibattito politico. Se da una parte è infatti un periodo fondamentale per diverse attività commerciali, dall’altra le feste, i pranzi e le cene con amici e parenti sono tra le circostanze migliori per favorire la diffusione del Coronavirus.
Il Governo quindi è prossimo a prendere provvedimenti per evitare che le feste del periodo natalizio portino ad un ulteriore aumento dei contagi. Ad annunciarlo è stata, in una intervista a La Stampa, la sottosegretaria del ministero della Salute Sandra Zampa. “Ci sarà un provvedimento che riguarderà Natale: si deve dire che non deve essere un Natale solitario, ma che le famiglie possono riunirsi nel nucleo ristretto, parenti di primo grado, fratelli e sorelle. La gran parte delle restrizioni attuali è bene che restino, magari con un allentamento del rigore per alcuni esercizi”, ha detto l’ex portavoce di Romano Prodi.
“Questa epidemia – ha aggiunto Zampa – va affrontata con una grande razionalità, che misuri l’impatto delle azioni messe in atto. Ma siamo tutti consapevoli che se il trend non muta, nessun servizio sanitario al mondo potrebbe reggere. Se tutto si rivelasse inefficace, nessuno attenderà fino all’ultimo. Bisogna combattere con un elemento fondamentale che è il tempo e nessuno farà tardi, tanto meno il ministro Speranza“.
Di Natale e festività aveva parlato nei giorni scorsi anche il premier Giuseppe Conte, spiegando di “non immaginare feste natalizie con baci e abbracci, cenoni e tombolate”. Le ulteriori misure restrittive previste dall’ultimo Dpcm per Conte dovrebbero servire proprio “ad affrontare le settimane che verranno con un margine di serenità”.
Oltre al rischio sanitario, quello che preoccupa per il periodo di Natale è quelle economico. Secondo l’Ufficio studi Confcommercio ci sono 30 miliardi di euro di consumi aggiuntivi a dicembre da salvare. Nell’ipotesi di festività natalizie passate al chiuso, le tredicesime e i consumi che solitamente ‘esplodono’ nel periodo resterebbero al palo, quando nell’ultimo mese dell’anno la spesa complessiva per consumi vale attorno ai 110 miliardi di euro su un totale annuo di 900 miliardi.
L’allarme emerge anche dal Rapporto Censis-Confimprese ‘Il valore sociale dei consumi’ che indica nel Natale l’orizzonte massimo di tenuta psicologica degli italiani di fronte alle nuove restrizioni. Alla stima di un crollo preoccupante dei consumi si dovrebbe associare un taglio potenziale di 5 milioni di posti di lavoro. Il solo retail (la vendita al dettaglio) subirà perdite per 95 miliardi di fatturato con circa 700mila lavoratori a rischio. Un pericolo che andrebbe scongiurato con ogni mezzo. E non bastano cassa integrazione e promesse di bonus a vario titolo da parte di chi siede al governo.
E.R.
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