Cuperlo lascia i vertici del Pd. Renzi tira dritto

Gianni Cuperlo getta la spugna e lascia la presidenza del partito democratico.

 

Con una scelta che la dice lunga sul clima in via del Nazareno il  rappresentante della sinistra interna, sconfitto dal sindaco di Firenze alle primarie e messo a garanzia di una pax renziana indispensabile per fare le riforme, se ne va sbattendo la porta e aprendo di fatto un solco incolmabile tra la maggioranza uscita vincitrice ieri dalla direzione nazionale che ha varato l’Italicum, ed una minoranza che non si rassegna all’idea di svolgere un ruolo da comprimario nel partito.

Il gesto di oggi preceduto ieri dall’uscita di Cuperlo dalla direzione dopo un aspro battibecco con il segretario, apre nuovi scenari e soprattutto rilancia accuse e polemiche.

“Allarmato dalla tua concezione del partito” è stato il primo commento dell’ormai ex presidente stamane quando ha annunciato le dimissioni. Immediata la replica del segretario Renzi: “Sbagli quando mi accusi di attacchi personali. Le critiche come si fanno, si ricevono…”. “Ripensaci e potremo ancora, pur con funzioni diverse, lavorare insieme” ha poi chiosato senza convincimento alcuno il sindaco di Firenze. Lui andrà dritto per la sua strada. Con o senza l’appoggio della minoranza.

Adesso la parola passa al Parlamento dove la nuova legge elettorale approderà nei prossimi giorni e dove la minoranza Pd, insieme ai grillini, hanno già fatto sapere di essere pronti a dare battaglia: a cominciare dalla questione delle preferenze e dei collegi.

Le dimissioni adesso aprono il problema del passaggio del testimone ai vertici del partito dove l’altro sconfitto alle primarie, Beppe Civati, leader della minoranza Dem, ha già fatto sapere di non essere interessato alla poltrona lasciata libera da Cuperlo.