Lettere che si fanno vegetazione, gusto del bello e cura estetica dei dettagli, questo è quello che più colpisce dei tanti e diversi oggetti esposti in questi giorni a Roma alle Scuderie del Quirinale fino al 20 settembre. La mostra “Arte della civiltà islamica” raccoglie oltre 350 opere provenienti da diverse regioni geografiche ed epoche più o meno lontane fortemente influenzate dalla religione e dalla cultura islamica.
Astrolabi, pergamene, testi sacri e manoscritti di argomento scientifico, brocche, vasi, tappeti, abiti e gioielli sono solo una parte della vasta collezione raccolta negli ultimi quaranta anni dallo Sceicco Nasser Sabah al-Salim al-Sabah e da sua moglie. La collezione originale stima circa 35mila opere d’arte islamica e del Medio Oriente pre-islamico e per quantità, qualità e varietà è una delle più ricche e importanti al mondo. Prestata nel 1983 al Museo Nazionale del Kuwait, la collezione andò in parte dispersa a causa della terribile invasione irachena del 1990. Oggi le opere sono state quasi integralmente recuperate e sono conservate nella “Casa delle Espressioni Culturali dell’Islam”, attivo centro culturale polifunzionale nel Kwait.
Dalla mostra “Arte della Civiltà Islamica” in realtà emerge con chiarezza che l’arte islamica non è un fenomeno unitario. Molteplici e di natura diversa sono i fattori che hanno determinato le varie forme di espressioni artistiche islamiche. Nell’arte medio orientale hanno influito infatti non solo gli elementi religiosi ma anche quelli geografici, storici e sociali, dal nomadismo, all’ambiente naturale, al contatto con culture e civiltà diverse come quella indiana o egizia. Di qui la grande varietà di espressioni artistiche nella decorazione di tutti gli oggetti, da quelli di uso comune a quelli più raffinati. Su tutto domina però incontrastato un elemento che non manca mai, l’armonia delle forme.
Motivi geometrici e floreali e iscrizioni seguono sempre un ritmo e un’armonia che ricorda quella di una partitura musicale. La calligrafia si fa arte non solo nei manoscritti o nelle incisioni, ma anche su stoffe, abiti, piatti, brocche e oggetti d’arredamento. Geometrie ricche di colore si sviluppano all’infinito in un caleidoscopico gioco ricco di armonie. Giganteschi tappeti, pannelli lignei e piccoli oggetti d’arredo riproducono una natura astratta ed equilibrata.
Via via che si sviluppa la mostra alle Scuderie del Quirinale si fa più chiara, svela una inaspettata apertura all’antropomorfismo e culmina con l’esposizione di alcuni gioielli straordinari in cui le materie preziose e la perizia tecnica fissano il tempo e lo splendore.
Vania Amitrano
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