Def: l’Ue risponde all’Italia

Ieri sera l’Ue ha finalmente dato la sua risposta all’Italia sulla legge di Bilancio del 2017: sì ad un deficit fino al 2,2% invece che all’1,8% ma l’Europa non è disposta a cedere oltre. Dalla lettera inviata ieri dalla Commissione si evince che se L’Unione europea non vuole concedere troppo, è altrettanto vero che non cerca lo scontro diretto con Roma.

“La lettera di richiesta di chiarimenti” dell’Unione europea “è arrivata, è assolutamente normale per noi come per molti Paesi che l’hanno ricevuta”, ha affermato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan ieri sera su Rai3. 

Ancora una volta Il ministro ha ribatito i motivi che hanno portato il Governo Renzi a rompere gli impegni presi in ambito europeo: il terremoto e l’emergenza migranti. Per quanto riguarda la questione migranti, Padoan ha ricordato che l’Italia spende soldi propri “per difendere i confini dell’Europa”.Queste le spese straordinarie che porterebbero l’Italia a far salire il debito pubblico fino al 2,3% .

Ma evidentemente anche Bruxelles ha buona memoria (e sa fare qualche conto). Nella lettera di chiarimenti, la Commissione Ue ricorda l’impegno del Governo italiano una riduzione del deficit strutturale dello 0,6% nel 2017 ed evidenzia come gli obiettivi della Finanziaria italiana mostrino invece una deriva del disavanzo strutturale. Nonostante questo, l’Ue parla di voler istaurare un “dialogo costruttivo” in modo da non arrivare ad un rottura o ad un empasse.

A questo proposito, il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici chiedono un’ulteriore specifica delle “spese eccezionali” che porterebbero il Governo italiano a non rispettare gli impegni presi la primavera scorsa.

La Commissione dà al governo fino a domani per rispondere alle richieste di chiarimento. Bruxelles “vuole continuare un dialogo costruttivo con l’Italia per giungere a una analisi compiuta” della Finanziaria. Intanto, richieste di chiarimenti sono state inviate ieri anche al Belgio, alla Spagna, a Cipro, alla Lituania, al Portogallo e alla Finlandia.

P.M.