Nel 2015 è stata definitivamente assolta. Condannata in primo grado una volta, viene assolta in appello con sentenza annullata poi dalla Corte di Cassazione nel 2013. Nuovamente condannata a 28 anni e 6 mesi di reclusione dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze, il 27 marzo 2015 Amanda Knox è stata infine assolta dalla quinta sezione penale della Corte suprema di cassazione, che ha annullato senza rinvio la condanna sua e di Raffaele Sollecito, per non avere commesso il fatto, affermando la mancanza di prove certe e la presenza di numerosi errori nelle indagini, ponendo così fine al caso giudiziario.
Il fatto è un fattaccio, con un cadavere, quello della studentessa inglese Meredith Kercher, che il 1° novembre del 2007, la notte di Halloween, ha trovato la morte nella sua abitazione di Perugia condivisa con i due ragazzi, lei americana e lui pugliese, che all’epoca flirtavano insieme. Meredith venne ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella propria camera da letto. La causa della morte fu un’emorragia a seguito di quella ferita al collo provocata da un oggetto acuminato usato come arma. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva con rito abbreviato il cittadino ivoriano Rudy Guede.
Torna in Italia da libera
Oggi ha 32 anni la statunitense Amanda, che ha fatto molto parlare di sé durante il lungo periodo trascorso dall’omicidio fino alla sentenza inoppugnabile, ma in prima istanza subito dopo la scoperta dell’omicidio, facendosi fotografare proprio all’esterno di quella che è stata definita ‘la casa degli orrori’ in atteggiamento molto affettuoso con Raffaele Sollecito. E, a distanza di quattro anni dalla sentenza che l’ha definitivamente scagionata, la Knox è tornata in Italia.
Qual buon vento l’ha fin qui nuovamente condotta? Un suo intervento sabato a Modena, al festival della Giustizia penale, dove parlerà della sua vicenda, ovvero del suo punto di vista su uno dei casi mediatico-giudiziari che hanno più appassionato l’opinione pubblica, non solo italiana, negli ultimi decenni.
L’arrivo a Milano
Atterrata all’aeroporto non ha parlato con i tanti cronisti presenti. Anzi, non li ha nemmeno degnati di uno sguardo. Intorno a lei a fare quadrato la madre Edda Mellas, il fidanzato Cristopher Robinson, alcuni avvocati che la accompagnano, e Martina Cagossi dell’Italy Innocence Project, organizzazione no profit che si occupa di errori giudiziari.
“L’arrivo (ieri all’aeroporto di Linate, ndr) è stato difficile – ha detto Cagossi – perché l’assalto è stato anche fisico. Ma lei sa benissimo di essere un personaggio pubblico e ha un carattere molto forte”.
Al festival della giustizia penale si parlerà, in particolare, dei processi mediatici e l’intervento di Amanda Knox è il fiore all’occhiello del programma. Racconterà, hanno spiegato gli organizzatori, come ha vissuto quel periodo sotto i riflettori, del fatto che una larga fetta dell’opinione pubblica la considerava un’assassina e quando venne assolta parlò di un errore. Sarà, insomma, il racconto di un’esperienza umana, senza entrare nel merito del procedimento giudiziario.
Già nel pomeriggio di ieri Amanda è arrivata a Modena per l’aperitivo inaugurale del festival. Rilassata, con i capelli sciolti e un vestito lilla lungo e senza maniche, ha bevuto uno spritz e si è lasciata andare a ripetute affettuosità con il fidanzato Christopher tenendolo spesso mano nella mano. Evidentemente l’esibizionismo che è stato carpito e pubblicato sui rotocalchi, poche ore dalla scoperta del delitto – quelle affettuosità non convenienti visto il momento e il luogo, non l’abbandona. Singolare, questo atteggiamento, che qualsiasi altra persona sulla quale i riflettori dei tg e camere e fotografiche sono stati puntati tanto a lungo, eviterebbe pur di non sentirsi addosso ancora una volta gli sguardi della gente. Sguardi di chi ancora si domanda come e cosa sia effettivamente successo quella maledetta notte a quella studentessa 22enne, giunta in Italia da appena due mesi per completare con il programma Erasmus il suo corso di laurea in Studi europei.
Amanda Knox vive a Seattle, la sua città, si è laureata e fa la giornalista al West Seattle Herald, ma senza contratto, pagata a pezzo. Il suo sogno è fare l’avvocato, per poter salvare quelli come lei. E il suo vero impegno non fornisce guadagni di sorta, in una associazione che si occupa di vittime di errori giudiziari. Ha scritto un libro, Waiting tobe heard, ma l’ha fatto solo per saldare i debiti accumulati dalla sua famiglia per pagare tutti i conti del suo interminabile processo. Il libro ha venduto, ma i soldi non sono bastati.
Forse, questa passerella italiana potra’ contribuire al suo rilancio.
Alessandra Binazzi
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy