Antonio Di Pietro dovrà pagare 2 milioni e 694 mila euro di rimborsi elettorali al movimento Il Cantiere per il bene comune, alleato dell’Italia dei Valori alle elezioni europee 2004. Si legge in un decreto ingiuntivo emesso oggi dal Tribunale di Roma.
Il Cantiere – movimento riformista del quale facevano parte l’ex segretario PdS Achille Occhetto e i giornalisti Elio Veltri e Giulietto Chiesa – avrebbe dovuto ricevere rimborsi per circa 5 milioni di euro, ma quei fondi non sono mai arrivati a destinazione. A riceverli fu l’Associazione Italia dei Valori, un’entità parallela rispetto al partito dell’ex pm di Mani Pulite, costituita da tre privati cittadini: l’ex magistrato, sua moglie Susanna Mazzoleni e la tesoriera Silvana Mura. Non un partito o un movimento politico, dunque, ma un soggetto privato, che come tale non aveva alcun titolo a incassare rimborsi elettorali.
È forse questo l’aspetto più singolare della vicenda. Ora Di Pietro dovrà risarcire personalmente l’associazione di Chiesa. Ma l’ombra della decisione del Tribunale si allunga anche sulla Camera, che di fatto consegnò quei fondi all’associazione.
Francesco Paola, il legale di Occhetto e Chiesa, ha già fatto sapere che la vicenda giudiziaria non si fermerà qui: “Chiederemo anche i danni alla Camera”, che “deve assumersi la piena responsabilità” dell’accaduto. Paola – che a quattro mani con Veltri ha scritto “I soldi dei partiti”, un libro-denuncia sulla gestione dei rimborsi elettorali uscito nel 2012 – denuncia la “scandalosa noncuranza” dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati: “Se quei soldi fossero arrivati nelle mani giuste, oggi il gruppo di Giulietto Chiesa sarebbe sicuramente in Parlamento”.
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