Fino al 12 ottobre 2014 il Complesso del Vittoriano, a Roma, ospita la mostra Gianni Testa. Antologica. Attraverso una selezione di circa quaranta oli, l’esposizione ripercorre i passaggi più significativi del percorso espressivo dell’artista romano offrendo un’incisiva campionatura di quei temi – dalla Divina Commedia al Sacro, dai Cavalli ai Paesaggi, dalle Nature morte a Ritratti e Figure – che ne puntellano la vasta e preziosa produzione.
Ne discutiamo con Claudio Strinati, storico dell’arte e curatore della mostra.
Cosa può dirci riguardo l’evoluzione espressiva di Gianni Testa?
Ritrovo in Gianni Testa uno stile abbastanza coerente. Nella giovinezza si rivela più aderente al naturalismo, alla verosimiglianza, e successivamente, pur mantenendo una propria impronta, si libera gradualmente dai condizionamenti della gioventù.
C’è una forte dinamicità all’interno delle opere di Testa. Si riscontra un magma cromatico da cui sembra riaffiorare la figurazione.
Ho la sensazione che Testa consideri il colore come un magma. È come se riversasse direttamente la sua tavolozza sulla tela e poi la plasmasse per farne uscire immagini e visioni, dando l’impressione che l’opera si formi davanti agli occhi di chi la guarda.
Vi è una sensibilità che a un certo punto sembra virare verso l’astrattismo…
È questa una tendenza talmente caratteristica del nostro tempo da risultare normale, anche per un artista fervido e dinamico come Testa che si è formato nella figurazione.
Sulla classicità di Testa?
Rilevo in Gianni Testa una classicità d’impostazione, in quanto concepisce la pittura come rappresentazione di concetti e sentimenti armoniosamente combinati sul quadro. Gli riconosco una profonda aderenza alla tradizione nel senso più bello della parola. Ultimamente leggevo le parole di un grande compositore del passato, Gustav Mahler, che affermava di amare la tradizione, intendendo con tradizione il conservare il fuoco che arde, non la cenere. Questa bella immagine di Mahler si potrebbe adattare a mio avviso ad un artista come Gianni Testa.
Quale relazione intercorre tra i rossi e i blu nei monocromi di Testa?
Il temperamento artistico di Testa ben si riverbera nel colore rosso e nelle sue varianti. Il blu rispetto al rosso sta in un rapporto dialettico, oppositivo; credo che i pittori che amino molto il rosso facilmente poi siano sollecitati ad avvicinarsi al blu.
Gianni Testa. Antologica
Dal 12 settembre al 12 ottobre 2014
Complesso del Vittoriano – Via San Pietro in Carcere, Roma
Orario: tutti i giorni 9,30 – 19,30
Ingresso libero
Informazioni: tel. 06/6780664
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