L’economia italiana è in una fase “sostanzialmente di stagnazione”. A gettare acqua sul fuoco dei proclami di ripresa sono i tecnici dell’Istat, che hanno rilevato come nel primo trimestre del 2014 il Prodotto interno lordo nazionale sia calato dello 0,1%. Rispetto al precedente, che si era a sua volta chiuso con una crescita dello 0,1%. Su base annua, per l’istituto, il Pil è calato dello 0,5%.
Sempre in base alle stime preliminari la crescita acquisita, ovvero quella che si avrebbe a fine anno se negli altri trimestri l’andamento del Pil fosse pari allo zero, si attesterebbe quindi a -0,2%.
“Il calo congiunturale – si legge in una nota dell’Istituto – è la sintesi di un incremento del valore aggiunto nel settore dell’agricoltura, di un andamento negativo nell’industria e di una variazione nulla nel comparto dei servizi. Il primo trimestre del 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2013”.
“Nello stesso periodo il Pil – si legge ancora – in termini congiunturali, è aumentato dello 0,8% nel Regno Unito e ha segnato una variazione nulla negli Stati Uniti. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 3,1% nel Regno Unito e del 2,3% negli Stati Uniti”.
Da osservare come, stando alle valutazioni di Eurostat, anche altre nazioni europee abbiano fatto registrare una contrazione del prodotto interno: l’Olanda che scende dell’1,4%, l’Estonia che perde l’1,2%, e la Finlandia, -0,4%. Il Pil della zona euro, però, è salito dello 0,2% in questi primi tre mesi dell’anno, con un dato ancor migliore su base annua: +0,9% rispetto al trimestre precedente, che aveva fatto registrare un aumento di 0,5%. Cresce il prodotto in Germania, +0,8%, e in Lettonia, +0,7%. Ferma invece la Francia.
Esprimono preoccupazione per i numeri Adusbef e Federconsumatori. Secondo le associazioni, le percentuali diffuse dall’Istat rappresentano un “segnale allarmante, che deve trasformarsi in una immediata presa di posizione da parte del Governo e di tutto il sistema imprenditoriale italiano”.
“Se aggiungiamo i dati sulle vendite al dettaglio nei primi mesi del 2014 e sui fallimenti delle imprese comunicati dal Cerved – aggiunge il presidente di Codacons, Carlo Rienzi – appare evidente come tutti gli indicatori economici relativi allo stato di salute del nostro paese siano negativi”.
Per Coldiretti, invece, peserebbe “il crollo dei consumi che prosegue all’inizio del 2014 ed e’ stato pari ad oltre il 2 per cento per gli acquisti alimentari con punte, in valore, del 4 per cento per la verdura e del 5 per cento per la pasta”. Tuttavia, secondo gli agricoltori, “una leggera inversione di tendenza positiva e’ attesa per il 2014 perché – conclude Coldiretti – sarà proprio la spesa alimentare, che rappresenta la seconda voce dei budget familiari, a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro al mese” previsto dal Governo Renzi.
Caustica l’opposizione. Daniele Capezzone, di Forza Italia, presidente della commissione Finanze alla Camera, sostiene che queste percentuali confermano “quanto fossero prematuri e azzardati gli annunci di ripresa del Governo e quanto ancora occorre fare per risollevare l’economia. Ci auguriamo che Renzi – conclude l’esponente forzista – non voglia iscrivere anche l’Istat nella categoria dei gufi”.
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