A dodici anni, nel 1984, era diventata l’icona della guerra in Afghanistan. Oggi Sharbat Bibi è stata arrestata a Peshawar, in Pakistan, dove vive. È accusata di aver falsificato i suoi documenti d’identità.
A riportare la notizia è DAWN, un giornale pakistano in inglese. La donna sarebbe stata tratta in arresto in casa sua da agenti dell’Agenzia federale per le indagini (FIA). I documenti incriminati sono tre Carte d’identità nazionali computerizzate, emesse nel 2014 per lei e per due uomini che affermano di essere suoi figli. Secondo quanto sostengono le autorità, Sharbat Bibi avrebbe dichiarato il falso: in realtà avrebbe due figlie femmine e un solo maschio, dell’età di due anni.
Il suo caso è emerso in un’indagine nazionale sulle carte d’identità facili rilasciate da funzionari compiacenti. DAWN lo aveva segnalato a febbraio 2015. “Potrebbero non essere suoi figli – affermava allora un funzionario governativo – ma tra i rifugiati afghani è prassi comune indicare come figli persone con cui non sono imparentati, per ottenere i documenti”. Secondo la legge pakistana, la carta d’identità computerizzata dovrebbe essere rilasciata solo ai cittadini dello Stato.
Sharbat Bibi è diventata famosa in tutto il mondo grazie al ritratto scattato da Steve McCurry che la ritraeva in primo piano, con un velo rosso sui capelli e gli occhi verde pallido puntati nell’obiettivo. All’epoca era una giovanissima rifugiata ospite del campo profughi di Nasir Bagh, a Peshawar. Intitolata semplicemente Afghan Girl – “Ragazza afghana” – la foto passò alla storia quando fu scelta per la copertina dell’edizione di giugno 1985 di National Geographic. Diversi commentatori l’hanno paragonata alla Gioconda.
Nonostante la fama e la riconoscibilità della foto, l’identità della “ragazza dagli occhi verdi” era rimasta misteriosa per diciassette anni. Solo nel 2002 McCurry riuscì fortunosamente a rintracciarla, dopo aver tentato per anni, con l’aiuto di altri profughi ospitati a Nasir Bagh, che stava chiudendo i battenti. Si era sposata con un certo Rahmat Gul – probabilmente pochi anni dopo il primo incontro con il fotografo, ancora adolescente – ed era tornata a vivere in Afghanistan. Non aveva mai visto la foto e non sapeva di essere famosa. McCurry le scattò una seconda foto, con un burka lilla sollevato sulla fronte. “I suoi occhi sono ancora intensi come allora”, osservò il fotografo.
Secondo l’UNHCR, l’Alto commissariato ONU per i rifugiati, in Pakistan vivono almeno 1,7 milioni di cittadini afghani: è il terzo paese al mondo per numero di rifugiati, dopo Giordania e Turchia. Alcuni di loro sono nati e cresciuti nei campi profughi, concentrati nelle province occidentali, lungo il confine notoriamente poroso con l’Afghanistan. Secondo la legge pakistana hanno diritto alla cittadinanza dei genitori ma non a quella del paese ospitante, anche quando è il solo che abbiano mai visto.
F.M.R.
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