Il ddl che prevede l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ha creato un generale malcontento nel terzo settore. Le associazioni che lottano per i diritti umani si sono infatti ritrovate in una situazione di forte imbarazzo nei confronti del governo a causa dell’articolo 8 del disegno di legge che prevede l’introduzione del finanziamento privato ai partiti sotto forma di donazioni. Fin qui nulla di male. Se non fosse che le detrazioni previste per questo genere di donazioni sono pari al52% fino a 5 mila euro e al 26% per importi fino a 20 mila euro: un vantaggio fiscale 12 volte superiore rispetto a quello concesso alle Onlus. Per le associazioni che si occupano di opere benefiche, infatti, la detrazione prevista in partenza è del 26% ma solo fino al tetto massimo di 2.065 euro. Al di sopra di questa cifra non sono previste detrazioni.
La reazione per chi opera ogni giorno sul campo è stata dura e immediata.
La fondatrice e presidente del Network Italiano infettati da Hiv, Rosaria Iardino, anche consigliere Pd di Arese e membro della Consulta del Partito Democratico per i diritti, ha infatti dichiarato: “Una cosa ripugnante che mai mi sarei aspettata da Letta e da un partito di sinistra. Spalanca le porte al finanziamento della politica da parte delle lobby ma soprattutto mette sullo stesso piano, anzi su un piano superiore per convenienza, la donazione al partito e quella a soggetti che fanno ricerca, sostengono il sociale, l’ambiente. Non so che dire, se non che ci sarà una rivolta nella parte sana del terzo settore che difende il bene comune”.
Anche Giuseppe Onufrio, presidente di Greenpeace, parla chiaro “Abbiamo 64 mila sostenitori che versano contributi volontari con una media di 90 euro l’anno. Certo se gli offri il doppio dei vantaggi fiscali, in tempo di crisi, qualcuno potrebbe pensarci e per noi sarebbe un guaio”. E aggiunge: “La legge doveva abolire il contributo pubblico e introdurre quello privato, ma ci si aspetterebbe un’ottica al massimo di competizione a pari condizioni, non dello sconto dei partiti a se stessi per garantirsi fondi”.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, vuole concedere il beneficio del dubbio: “A prima vista sembra un’invasione di campo bella e buona. Speriamo che non si risolva in una concorrenza sleale dei partiti al nostro mondo che ha già canali stretti per sostenere le proprie missioni”.
Anche le realtà più istituzionalizzate fanno fatica a celare l’imbarazzo. L’Airc, Associazione Italiana per la ricerca contro il cancro, fa sapere che “la presidenza non intende commentare quanto apparso sui giornali fino a quando il testo non sarà definitivo”.
Il portavoce si Telethon, Marco Piazza, da parte sua ha fatto sapere che “Non vogliamo entrare nella polemica verso i partiti, quello che ci sentiamo di dire è che da sempre ci battiamo perché gli enti non profit possano godere di un regime di agevolazioni fiscali più conveniente. Negli anni sono stati fatti passi avanti ma siamo molto indietro nei confronti del resto d’Europa. Eppure il non profit sostituisce lo Stato in molte attività che non vengono erogate sotto forma di ricerca scientifica e assistenza. Certo vorremmo che il nostro sistema fosse più omogeneo a quello di altri Paesi e questa scelta forse non va nella direzione auspicata. Confidiamo che l’incaglio possa essere superato per portare a un progresso per tutti”.
Ed il presidente dell’Ail, Associazione italiana contro le Leucemie,Franco Mandelli, si dice “molto stupito, anche un po’ deluso. Noi il 5 per mille dobbiamo farcelo approvare di anno in anno, il 2 per mille a favore dei partiti che accompagna questa misura scommetto che diventerà legge in un baleno. Mentre il differenziale tra sgravi sulle donazioni è preoccupante, rischia di tradursi in un togliere ai malati per dare ai partiti. Sarebbe un abominio”.
C.D.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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