L’Aura (Association of Universities for Research in Astronomy) di Washington ha annunciato il progetto dell’High-Definition Space Telescope (Hdst), un super telescopio spaziale che sarà in orbita nel 2030. Osservando le lunghezze d’onda dell’ultravioletto, sarà in grado di fornire l’immagine più nitida dell’Universo mai avuta fino ad ora.
“Finalmente avremo nelle nostre mani un potente mezzo per realizzare scoperte eccezionali che cambieranno per sempre il genere umano”, sostiene il presidente di Aura Matt Mountain.
“I tempi sono maturi” si legge nel rapporto “From Cosmic BIrth to Living Earth”. Gli astronomi chiamati a raccolta dall’Aura raccolgono la sfida lanciata nel 1997 dall’astrofisico italiano e premio Nobel nel 2002, Riccardo Giacconi, che prevedeva che “nel prossimo secolo, l’umanità avrà gli strumenti per studiare l’evoluzione del cosmo così da porre in relazione le condizioni fisiche durante il BIg Bang con lo sviluppo cdell’RNA e dl DNA”. In altre parole, l’obiettivo principale dell’Hdst sarà quello di dimostrare se e dove c’è vita nell’Universo.
Le caratteristiche del super telescopio. L’High-Definition Space Telescope sarà 25 volte più grande del famoso telescopio Hubble (Da Edwin Hubble, astronomo statunitense) e quasi il doppio del James Webb Space Telescope che verrà lanciato in orbita nel 2018. L’Hdst si concentrerà sullo studio dei cosiddetti “esopianeti”, quei pianeti più vicini a noi e più simili alla Terra come temperature, orbitanti intorno alle circa 600 stelle presenti nel raggio d’azione che secondo la sonda Nasa Kepler delimita la cosiddetta “zona abitabile”. Tutto questo con una nitidezza di cinque volte superiore a quella dell’Hubble. Per far questo il super telescopio sarà dotato di un conografo, un disco con una superficie di 54 segmenti riflettenti, per un diametro di dodici metri.
Così come le osservazioni di Hubble degli ultimi 25 anni hanno portato a risultati inimmaginabili prima del suo lancio, anche Hdst cambierà radicalmente la nostra concezione del cosmo e segnerà un punto di svolta nella ricerca astronomica: ci fornirà la prima evidenza osservazionale che esiste la vita oltre la Terra, si legge nel rapporto degli astronomi dell’Aura.
Tra il dire il fare. Che il progetto sia potenzialmente rivoluzionario non ci sono dubbi. Il problema semmai, sarà “come” materialmente mandare in orbita uno specchio di queste dimensioni. Oltre, naturalmente al prezzo di tutta l’operazione: quasi 10 miliardi di euro per capire se siamo davvero soli nell’Universo.
Quando l’Hdst sarà in orbita, esso, secondo le previsioni degli scienziati, andrà ad unirsi ad altri tre telescopi, in cantiere dal 2020: il Thirty Meter Telescope (in costruzione alle isole Hawaii), l’E-Elt (European Extremely Large Telescope (con ben 39 metri di diametro) e il Giant Magellan Telescope, questi ultimi in Cile.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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