Le attività criminali coprono il 13% del Pil italiano. Secondo l’Istat, la cosiddetta “economia non osservata” produce profitti per 211 miliardi di euro.
I soldi del traffico di droga, i giri di affitto e compravendita in nero, gli incassi non dichiarati e le truffe al fisco, il mercato della prostituzione: finisce tutto qui, nel gran calderone dell’economia nera, sommersa, che non può emergere alla luce dal sole ma che proprio per questo fa affari d’oro, al riparo dagli occhi dello Stato che, per quanto si sforzi, non riesce ad estirparla.
I dati. Il vero motore dell’economia criminale sembra essere quello legato all’evasione fiscale e a tutte quelle attività “volontariamente celate alle autorità fiscali, previdenziali e statistiche” per 194,4 milardi di euro. I restanti 17 miliardi di euro circa (1% del Pil) fanno invece capo all’industria illegale di droga, prostituzione e contrabbando.
“Il valore aggiunto generato dall’economia non osservata nel 2014 deriva per il 46,9% (47,9% nel 2013) dalla componente relativa alla sotto-dichiarazione da parte degli operatori economici. La restante parte è attribuibile per il 36,5% all’impiego di lavoro irregolare (34,7% nel 2013), per l’8,6% alle altre componenti (fitti in nero, mance e integrazione domanda-offerta) e per l’8% alle attività illegali”, afferma l’Istat.
E l’incidenza sul Pil delle attivià criminali continua a crescere. L’Istituto nazionale di statistica certifica anche un aumento dal 12,4 si è passati al 13%. Più dello scarto del deficit (o,2 punti) nella legge di Bilancio, al centro del dibattito tra Governo Renzi ed Unione europea.
“Il tasso di irregolarità, calcolato come incidenza delle unità di lavoro (Ula) non regolari sul totale, è pari al 15,7% (+0,7 punti percentuali rispetto al 2013). Il tasso di irregolarità dell’occupazione risulta particolarmente elevato nel settore dei Servizi alla persona (47,4% nel 2014, 2,4 punti percentuali in più del 2013), seguono a grande distanza l’agricoltura (17,5%), il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (16,5%) e le Costruzioni (15,9%)”.
Secondo gli statistici, i lavoratori irregolari sono 3 milioni 667 mila, in prevalenza dipendenti (2 milioni 595 mila) e con un balzo rispettivamente di 180 mila e 157 mila sull’anno precedente.
P.M.
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