Altro che il “biscotto” che in molti annunciavano per entrare a braccetto in Champions, chi dalla porta principale, chi sperando di farlo da quella di servizio dei preliminari, a spese di un Napoli che, invece, e, incredibilmente, si trova ancora pienamente in corsa. E’ stata partita vera, questo derby – Champions, verissima, caratterizzato da grande tensione in campo, fuori dallo stadio e persino in sala stampa, e l’ha vinta, tutto sommato, meritatamente la Roma per 2-1, pur con le emozioni concentrate in diciotto minuti, quelli finali, che nessuno, nè i tifosi di fede romanista, nè quelli di fede laziale dimenticheranno facilmente.
Il vantaggio giallorosso con Iturbe
La Roma ha avuto il merito e l’intelligenza di giocarlo coperta, in attesa dell’inevitabile calo fisico degli avversari, cinica nel cogliere le occasioni al momento giusto: ha fatto quello che doveva fare. La Lazio ha fatto la partita per quasi tutti i 90 minuti ma lo ha fatto a ritmi da…Roma degli ultimi mesi. Cioè bassi. Troppo. Le gambe, più che la testa, non giravano più. Sarebbe stata più opportuna una gara accorta, soprattutto alla luce del serbatoio in riserva, ma un piano B, la squadra di Pioli non lo conosce. E questo, ferma restando l’ammirazione per chi cerca sempre di essere propositivo, è un limite.
Il gol partita di Yanga Mbiwa
Alla formazione di Garcia andavano bene due risultati su tre e si è comportata di conseguenza. La Lazio ha provato ad aggredire altissima, come suo solito, riuscendo a farlo, però, solo nell’ottimo quarto d’ora iniziale dove Candreva impegnava De Sanctis da posizione molto angolata, prima dell’occasione, enorme, sciupata da Klose, di testa in plastico volo d’angelo davanti ad una porta spalancata: palla incredibilmente a lato. Poi, gran matassa a centrocampo con batti e ribatti continui, poca precisione e tantissimi errori di misura. Con qualche rudezza di troppo. Tanto ha fatto discutere il giallo comminato da Rizzoli a Lulic per un fallo su un Iturbe finalmente all’altezza della fama che lo aveva preceduto all’arrivo nella Capitale. Il cartellino avrebbe potuto essere di colore diverso. E bene ha fatto Pioli a togliere il bosniaco nella ripresa onde scongiurare guai maggiori. A proposito di sostituzioni, tutto sommato giuste quelle del tecnico laziale, ma tardive. Djordjevic poteva e doveva entrare prima, per esempio, anche è stato proprio il non esaltante Klose di questa settimana a porgergli, con un pregevole appoggio di testa, l’assist per il momentaneo 1-1. Molto più “reattivo” il suo dirimpettaio, Garcia: dentro Ibarbo e Pjanic quando, ormai, la pressione della Lazio era dettata solo dalla forza d’inerzia. Proprio da piede del colombiano partiva l’assist al bacio per il primo gol all’Olimpico di Iturbe. Solo una gran forza di volontà conbsentiva alla Lazio di raggiungere il momentaneo pareggio. Ma qui emergeva, impietoso, un altro limite della squadra biancoceleste, letteralmente inconsistente su palla inattiva, sia a favore che contro. Proprio da una punizione dalla lunga distanza calciata dall’altro subentrato, Pjanic, nasceva, infatti, il gol partita del più improbabile degli eroi, Yanga Mbiwa, pronto a eludere Djordjevic e a schiacciare di testa con un Marchetti distesosi forse un pò tardi. Barriera laziale troppo preoccupata del pallone e troppo poco dei rivali. Come con la Juventus in Coppa Italia in occasione del pari di Chiellini.
Poi, dopo il fischio finale, è apoteosi giallorossa tra grida, maglie “celebrative” e qualche dito medio di troppo. Palma dell migliore in campo, senza dubbio ad Alessandro Florenzi, autore di una prestazione, come al solito, ricca di dinamismo e anche qualità anche nel primo tempo, quello dove la Roma, almeno in avvio, aveva sofferto di più.
La tensione non ha risparmiato neanche gli allenatori: Pioli, terminata la propria conferenza stampa, incrociava Garcia rimproverandogli “scarsa professionalità” nel parlare alla vigilia, di “piagnoni” (in riferimento a Lazio-Inter) e dell’arbitraggio di Samp-Lazio. Pronta replica del francese: “Non sai perdere, sei un rosicone”. Pagina non proprio edificante.
Ben peggio, quello che è accaduto fuori dall’Olimpico dove, prima della partita, due tifosi romanisti sono stati accoltellati e condotti al “Gemelli” in codice rosso. Per fortuna, non sono a rischio vita. Scontri sono avvenuti anche dopo il match.
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