“La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Dal 2004, con la legge del 30 marzo n. 92, proposta da un nutrito gruppo di deputati di vari gruppi parlamentari il cui primo firmatario fu Roberto Menia (appartenente allora ad Alleanza Nazionale), si è messo fine alla vergognosa ‘dimenticanza’, anche nei libri di scuola, di una pagina dolorosissima della nostra storia. Quella costata la vita ad almeno 10 mila persone che negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell’Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. Molte di queste vittime vennero gettate ancora vive dentro le voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso, le “foibe”.
Ora non sarà più consentito alla Storia di smarrire l’altra metà della Memoria. I nostri deportati, infoibati, fucilati, annegati o lasciati morire di stenti e malattie nei campi di concentramento jugoslavi, non sono più morti di serie B”.
Annamaria Muiesan è stata testimone da bambina della tragedia delle foibe. Ha raccontato, a distanza di oltre sessant’anni, di stare ancora male al ricordo della notte del sequestro del padre, “delle accuse tremende che gli gridarono in faccia i gappisti piranesi, fazzoletto rosso e mitra spianato” prima di portarlo via per poi farlo scomparire insieme ad altre 43 persone del comune istriano di Pirano
quando a Pirano comandavano non i titini, come ancora oggi si vorrebbe fare credere, ma i comunisti del posto che alla fine delle ostilità s’erano insediati al Comune e s’imponevano sul C.L.N. E comunisti italiani erano i gappisti che non aveva riconsegnato le armi per continuare la loro rivoluzione, mandati di notte di casa in casa a sequestrare i “nemici del popolo”. Comunisti italiani quelli che dileggiavano i prigionieri in piazza, quelli che sorvegliavano le carceri, quelli che sovrintendevano agli interrogatori, finchè finirono nelle mani dei titini che ne fecero scempio”.
Solo una tra le tante testimonianze di una parte della storia, quella successiva alla fine della seconda guerra mondiale, tenuta nascosta per quasi sessant’anni. Una storia che parla di odio ideologico e spirito di vendetta, da parte di quelli che hanno combattuto il regime e sono usciti allo scoperto solo dopo la sconfitta del fascimo.
…..un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una “pulizia etnica”.
fu il commento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione delle celebrazioni del Giorno del ricordo del 10 febbraio 2007.
A proposito del Giorno del ricordo, Marcello Veneziani sul giornale.it parla di
ultima commemorazione dedicata all’amor patrio… per decenni il ricordo atroce di una minoranza di profughi e il ricordo polemico di una minoranza di «patrioti», in prevalenza legati al vecchio Movimento sociale italiano e ai monarchici. Solo mezzo secolo dopo cominciarono lentamente a risalire dal buio e a circolare nel Paese, ad affacciarsi timidamente nei libri di testo e nelle commemorazioni ufficiali, a strappare il messaggio dei capi dello Stato e infine a vedersi in tv in sceneggiati assai edulcorati in cui mai si parlava di partigiani comunisti ma solo vagamente di titini e dove non si capiva cosa fosse realmente accaduto, sembravano storie private, locali e famigliari, vicende avulse dalla storia. Infine avvenne l’ufficializzazione del ricordo con l’istituzione della giornata che “resta lì, orfana spaesata nel calendario dell’oblio, destinata a sopravvivere in un’indecorosa semi-clandestinità che volge alla rimozione graduale, fino alla sua definitiva estinzione“.
La data del 10 febbraio è diventata un appuntamento simbolico per tutti coloro che non vogliono dimenticare. Molte sono le manifestazioni organizzate per questo lunedì:
A Milano, ore 11, cerimonia del Comune meneghino in Largo Martiri delle Foibe, alla presenza di rappresentanti di associazioni di esuli e membri delle istituzioni locali. A seguire, presso la Sala Merini, la presentazione del racconto a due voci La foiba dei Colombacci. Il giorno successivo è prevista una conferenza su Foibe ed esodo. Oblio, memoria e presente, in cui interverranno Gianluca Kamal (consigliere nazionale Anvgd) e i due esuli polesani Tito Lucilio Sidari e Piero Tarticchio. Sabato 15 febbraio sarà poi rappresentata l’opera teatrale Giulia, ideata e realizzata da Gruppo Teatro Impiria. Fino al 25 febbraio inoltre, presso la Sala consiliare del Consiglio di zona 3, sarà esposta la mostra Giorno del Ricordo. Conoscere per ricordare, curata dal comitato provinciale Anvgd di Milano, con illustrazioni e testi a cura di Piero Tarticchio. Sempre in zona Milano, oltre ad una conferenza all’Università promossa in collaborazione con Anvgd e Ades, venerdì 14 febbraio a Monza (Sala Maddalena) verrà presentato il libro In Istria prima dell’esodo dell’esule polesano Lino Vivoda. Che sarà presente anche a Lodi, insieme all’avvocato Barcellesi (Anvgd) all’incontro organizzato presso la sede locale di Lealtà Azione in collaborazione con Fratelli d’Italia.
A Busto Arsizio il 10 febbraioun corteo e commemorazione nel quartiere giuliano-dalmata di San Biagio, organizzato da Ardito Borgo. Iniziativa analoga anche a Brescia, promossa da Brescia identitaria e Progetto Nazionale.
A Fermo la sera del 10 febbraio una fiaccolata silenziosa e una commemorazione a Largo Vittime delle Foibe, “senza simboli di partito”, come precisano gli organizzatori.
A Viterbo si è tenuta ieri la proiezione del film di Lorenzo Gigliotti Una storia negata, seguita da una fiaccolata dedicata organizzata dal gruppo cittadino di Casa Pound. Che, a livello nazionale, ha organizzato manifestazioni in una cinquantina di città, oltre ad una maratona radio (con interviste, musica e letture) e a varie mobilitazioni sul web. Mobilitazione significativa anche ad Anzio, dove l’associazione culturale Libertà e Azione sabato 8 febbraio ha distribuito materiale informativo e raccogliere firme per l’intitolazione di una via ai martiri delle foibe. Nel Sud, iniziative a Bari, Reggio Calabria, Catania e Messina.
A Roma, ieri si è tenuta la Corsa del ricordo, una gara podistica in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo. Questa mattina invece il sindaco Marino, presente anche l’ex primo cittadino Gianni Alemanno, ha deposto all’ Altare della Patria. In Senato invece alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è iniziata la cerimonia di celebrazione presenti anche il presidente della Camera, Laura Boldrini e il premier, Enrico Letta, oltre al capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Luigi Zanda, il presidente della commissione Esteri, Pierferdinando Casini, il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri.
Non possiamo dimenticare e cancellare nulla – ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso-non le sofferenze inflitte alle minoranze negli anni del fascismo e della guerra, né quelle inflitte a migliaia e migliaia di italiani. Ciascun Paese ha il dovere di coltivare le proprie memorie, di non cancellare le tracce delle sofferenze subite dal proprio popolo. L’ istituzione del “Giorno del Ricordo” vuole essere un modo per affrontare in maniera condivisa le cause e la responsabilità di quanto è accaduto e per superare tutte le barriere di odio, diversità e discriminazione. L’ Italia non può e non vuole dimenticare”.
Questa sera, sempre a Roma, alle 20,30 nella Basilica di Sant’Andrea della Valle, in Corso Vittorio Emanuele, un Concerto solenne celebrerà il decimo anniversario dell’istituzione del Giorno del Ricordo. Dirige l’orchestra il Maestro Marco Celli Stein, che propone una serie di brani la cui intensità è perfettamente aderente allo spirito commemorativo dei Martiri delle foibe e delle vittime dell’esodo, dall’ ‘Aria sulla Quarta Corda’ di Bach al Concerto per oboe e archi di Benedetto Marcello, da ‘Pietà Signore’ di Stradella al Gloria ‘Domine deus’ di Vivaldi. E ancora il ‘Laudate dominum’ e l’Adagio e fuga in do minore di Mozart, l’Ave Maria dall’Otello di Verdi, brani dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni e l’Ave Maria dello stesso Maestro Celli Stein.
C’è però anche chi le foibe le vuole dimenticare, anzi cancellarle, a partire dal monumento in ricordo delle vittime situato nei pressi della fermata della metropolitana “Laurentina”, a Roma, imbrattato questa notte di vernice bianca. Un’altra scritta è stata lasciata nell’adiacente via di Vigna Murata mentre sono stati trovati volantini dal titolo: “No alla Giornata del ricordo revisionista”.
Ma non è uccidendo la memoria di una verità che si possono dimenticare e cancellare nefandezze e atrocità dovute al male delle ideologie distruttive dell’uomo sull’uomo.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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