Il Pd si affida a Epifani per traghettare fino al congresso

Guglielmo Epifani è stato eletto segretario nazionale del Pd con l’ 85,8 per cento dei voti validi dell’ assemblea. 534 i voti validi, 59 le schede nulle 59,  Epifani ha ottenuto 458 voti, le schede bianche sono state 76, da un’assemblea dimezzata: 593 votanti su poco più di mille aventi diritto.

Epifani sostituisce Pierluigi Bersani che ha rassegnato le dimissioni il 20 aprile scorso, durante le votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica. Manterrà la carica almeno fino al congresso del Partito che l’Assemblea ha oggi sbabilito si terrà entro ottobre 2013.

Guglielmo Epifani, romano, classe 1950, è il primo ex socialista (dopo la fine del Psi è passato ai Democratici di Sinistra) a guidare il Pd.  Vice di Sergio Cofferati dal 1994 al 2002, a seguito della conclusione del
mandato di Cofferati, diviene segretario generale della Cgil fino al 20120 quando gli succede Susanna Camusso.  candidato alle elezioni politiche italiane del 2013 è stato eletto alla Camera come capolista della lista Pd nella circoscrizione Campania I. E’ presidente della Commissione Attività Produttive di Montecitorio.

“Vi ringrazio della fiducia, – ha dichiarato Epifani dopo la proclamazione – ce la metterò  tutta per far bene, come è nel mio stile. So quanto è difficile il compito, mi aiuta l’ esperienza, la passione che ho dentro, e voi, per riprendere il futuro del partito. Non per noi, ma per il futuro del Paese. Da domani ritorniamo tutti a lavorare”.

E’ una buona notizia per il governo, plaude il presidente del consiglio Enrico Letta.  Di diverso avviso il Pdl “Il discorso di insediamento di Epifani alla guida del Pd non fa ben sperare sulla possibilità che il governo goda del sostegno di una maggioranza minimamente coesa e all’ interno della quale viga un necessario grado di rispetto reciproco e di solidarietà in uno sforzo comune – afferma il coordinatore Sandro Bondi –  Il governo rischia di essere minato dall’ interno, da un Pd e da una sinistra che, con Epifani, rispolvera vecchie parole d’ ordine, senza alcuna riflessione critica su quanto è accaduto dopo l’ esito delle elezioni”.