Almeno due morti e quattro feriti: è il bilancio provvisorio dell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio “Paolelli” a Tagliacozzo, in località San Donato (L’Aquila). Agli inquirenti risultano ancora due dispersi.
I quattro feriti, trasportati all’ospedale di Avezzano, presenterebbero tutti ferite tipiche da esplosione e ustioni di vario genere. La massa di calore che si è sviluppata dopo le esplosioni ha provocato anche un incendio nel bosco adiacente alla fabbrica che ora ha un fronte di oltre 500 metri. Sul posto sono presenti anche le guardie forestali per spegnere il rogo che ha già distrutto oltre un ettaro di macchia. Le esplosioni sarebbero state due e quella più distante dall’epicentro è a circa 500 metri, e sarebbe stata provocata dal materiale incandescente prodotto dalla prima. Sembrerebbe che al momento dello scoppio all’interno della fabbrica ci fosse anche un tecnico di nazionalità straniera. I soccorritori hanno ritrovato tra le macerie della fabbrica di fuochi “Paolelli” due corpi carbonizzati di cui si ignora l’identità. Il figlio del titolare, che si chiama Sergio Paolelli, non ha saputo dire agli investigatori quanta gente ci fosse nella fabbrica al momento dello scoppio. Forse all’interno c’erano otto persone.
“Sono stato il primo ad arrivare insieme ai carabinieri, ho visto e sentito il terzo botto sul posto: sembrava un terremoto, seguito da una grossa fumata bianca come quella di una bomba atomica“,così il sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, racconta l’esplosione della fabbrica che, conferma, “ha causato per il momento due morti e due o tre dispersi, stiamo ancora verificando“. “Ho capito al volo che stava saltando la fabbrica – spiega – . Ho preso l’auto dimenticando perfino il cellulare, e sono andato di corsa sul posto. I Carabinieri, che in linea d’aria sono vicinissimi, mi hanno raggiunto subito dopo“. Per il primo cittadino “questo non è un incidente, la scena è quella di un campo da bombardamento. Non ho parlato per ora con esponenti del Governo o della Regione, ma con la prefettura. Comunque i soccorsi di Vigili del fuoco, Carabinieri, Polizia e Forestale sono stati eccezionali“. Quanto ai proprietari della fabbrica, “li conosco molto bene, con uno ci ho parlato quattro giorni fa, si lamentava delle buche sulla strada interpoderale che porta al loro stabilimento“.
In base al racconto di alcuni testimoni, al momento dell’esplosione la terra ha tremato per chilometri. Le case hanno tremato al punto che si era pensato a un terremoto. Poi il fungo di fumo ha rivelato a tutti la probabile tragedia di San Donato. Il forte boato prodotto dall’esplosione principale ha causato danni a vetri e persiane fino a Tagliacozzo, che dista qualche chilometro dal luogo dello scoppio. Un altro testimone ha definito l’incidente “un finimondo“. L’uomo racconta che si stava allenando in una palestra a 500 metri dall’esplosione. Inizialmente due gli scoppi, afferma Lele. “Siamo usciti dalla palestra ed è arrivata la terza esplosione violentissima che ci ha scaraventati a terra“. Questa terza esplosione, ha riferito un altro testimone, un medico di base in servizio all’Ospedale di Tagliacozzo, a 2km, Pietro Buzzelli, “ha creato un violento spostamento d’aria“.
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