Il Parlamento europeo ha approvato per alzata di mano una risoluzione che riconosce il genocidio degli armeni, rende omaggio alle vittime, propone l’istituzione di una giornata europea del ricordo e deplora ogni tentativo di negazionismo. Nel testo approvato i deputati hanno elogiato il messaggio di Papa Francesco sul genocidio che aveva sollevato dure reazioni da parte di Ankara.
“E’ un genocidio, è un genocidio- ha spiegato il deputato verde ungherese Benedek Jávor- e noi dobbiano ribadire che non possiamo risolvere i conflitti tra le nazioni negando i fatti o cercando di rigirarli. Dobbiamo affrontare il passato onestamente”.
La notizia è stata accolta con favore dalla diaspora armena a Bruxelles. Spiega Emma Argutyan: “E’ un passo nella buona direzione, è meglio di niente. E questo dimostra che questa questione non è stata dimenticata. Spero che sia un passo avanti per la soluzione dell’intero processo”
La Turchia nega il genocidio, affermando che si tratto’ di un tragico episodio durante la prima guerra mondiale. Ankara chiede una Commissione internazionale di storici. Di conseguenza: “Il Parlamento europeo ha commesso nuovamente un errore storico e si schiera contro la Turchia. Ha offeso i turchi e la Turchia. E’ inaccettabile. E’ una decisione unilaterale presa senza dialogo. Non ha valore giuridico e non ha alcuna importanza nelle relazioni tra l’Unione europea e la Turchia, perché il Parlamento non puo’ parlare a nome dell’Unione europea “. Lo ha dichiarato Selim Yenel, Ambasciatore turco all’Unione europea.
E l’ira di Ankara, dopo la risposta dell’Europarlamento, non si placa. In una nota il ministero degli esteri si esprime duramente: oltre a “respingere al mittente” la mozione, si legge che questa decisione dell’Europa a 29 Stati è “un esempio senza precedenti di incoerenza in tutti i suoi aspetti”.
A rincarare la dose, dopo le parole di papa Francesco sul genocidio degli armeni, è il premier turco Ahmet Davutoglu. che ha accusato il Pontefice di aver aderito al “fronte del male” – il fronte del male sarebbe composto da coloro che complottano contro la Turchia – e ha definito “non vere” le affermazioni di Bergoglio secondo cui il massacro degli armeni è stato il primo grande genocidio del XX secolo.
“Un fronte del male s’è formato contro di noi, ora pure il Papa vi ha aderito”, ha detto Davutoglu.
Intanto il presidente turco che aveva anticipato la volontà di ignorare la risoluzione europea sul genocidio – “entrerà in un orecchio e uscirà dall’altro”, aveva detto aggiungendo che “la Turchia non può accettare di essere responsabile di un simile crimine” – continua a gettare strali sulla vicenda: gli oltre 100.000 armeni che lavorano in Turchia non sono cittadini turchi. Quindi, “Li potremmo espellere anche se ancora non lo abbiamo fatto”: lo ha detto Recep Tayyp Erdogan citato da Today Zaman e Hurriyet. La minaccia di espulsione, nota Zaman, non è nuova: Erdogan l’aveva paventata già nel 2010 in un’intervista alla Bbc dopo il riconoscimento del genocidio da parte del Congresso americano e del Parlamento svedese.
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