Il countdown è partito già da qualche giorno. Stufi della vita di reclusione? Di più. L’unico modo per digerirla è stato il martellante terrorismo che le istituzioni hanno predicato nelle trascorse settimane e che ha indotto la stragrande maggioranza degli italiani a comportarsi civilmente, con il dovuto senso del rispetto per sé e per gli altri.
Ed ora siamo finalmente all’attesissima data che ha scavalcato anche l’ultimo ponte del 1°maggio. La stessa indicata dal capo della protezione civile Angelo Borrelli in tempi non sospetti, ai primi di aprile, quando ancora non si sapeva che i casi totali dall’inizio della pandemia sarebbero diventati esattamente un mese dopo 209,328, con 100.704 persone attualmente positive, 28.710 deceduti, 79.919 guariti e con una zona rossa ancora troppo estesa nella parte nord ovest dell’Italia.
Il Paese riapre, riprende vita. «Entriamo nella “fase due” dell’emergenza. Questo non casualmente, ma grazie al poderoso sforzo collettivo che abbiamo fatto tutti insieme e che ci ha permesso di ricondurre a un livello accettabile la soglia del contagio – dice il premier Conte nell’intervista a La Stampa – Questa nuova fase ci è costata enormi sacrifici ed è per questo che non può essere intesa come un”liberi tutti”… »
Domani l’Italia riapre, sì. Ma restano confusione e insoddisfazione. Sono tanti, troppi, i problemi insoluti o non chiariti. C’è da dire innanzi tutto che ogni regione interpreta la fase 2 in modo diverso e che quindi una babele di ordinanze daranno vita a 20 fasi 2 diverse in tutto il Paese. Chi per ipotesi si spostasse da una regione all’altra, cosa non concessa in questo periodo a meno di qualche nuovo atto locale a sorpresa, dovrebbe portarsi dietro un libretto delle istruzioni. Anche sulle mascherine non c’è omogeneità. ll governo suggerisce di indossarle nei posti chiusi, come gli esercizi commerciali. Sarà davvero il caso di procurarsi un libretto con le istruzioni da seguire a seconda delle necessità.
Il Governo e le regole sugli spostamenti
Per passeggiare o andare in ufficio non serve l’autocertificazione. Si può andare a passeggiare «per fare la spesa, acquistare giornali, andare in farmacia o comunque acquistare beni necessari per la vita quotidiana» (idem nella Fase 1). Sono ammesse anche le passeggiate «come attività motoria, dunque nei parchi» (se il sindaco non li lascia chiusi). Tali consensi agli spostamenti riguardano la regione di residenza. Chi si trova fuori può rientrare nel proprio domicilio ma potrà poi andare fuori dalla regione solo per «comprovate esigenze lavorative o assoluta urgenza o motivi di salute».
Rispetto alla Fase 1 – che restringeva l’uscita a soli tre motivi: lavoro, salute e necessità urgenti documentabili – è stata aggiunta la
‘visita ai congiunti‘ . Ecco il primo scoglio: è dovuto intervenire Palazzo Chigi per dirimere il problema nato dalla definizione ‘congiunti’ utilizzata nel DPCM ultimo: per congiunti si intendono i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate affettivamente in modo stabile, nonché i parenti fino al sesto grado (es: i figli dei cugini tra loro) e gli affini sino al quarto grado (es: i cugini del coniuge). Più semplicemente possiamo incontrare tutti tranne gli amici che nella lista non sono stati compresi in quanto “non possono rientrare negli affetti stabili”.
Grave però è che non siano contemplate le necessità di chi non ha parenti o congiunti: nell’ultimo rapporto ISTAT si legge che il 9% degli anziani non ha figli e vive solo, e lo 0,9% ha figli lontani o all’estero. Per loro quando finirà il lockdown? Resteranno isolati sine die o potranno avere il conforto di incontrare o ricevere la visita di un amico/a col quale da tempo, magari in un circolo bocciofilo o in qualche partita a carte, ha stabilito un legame profondo?
Rischio di contagio – La raccomandazione del governo è quella di “limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, perché questo mette a rischio di contagio“.
Le seconde case –Nel DPCM ultimo non c’è più il divieto esplicito di recarsi presso le seconde case che si trovino nella stessa regione. Il governo però ha precisato che “spostarsi nella seconda casa non è una necessità”, e dunque si può andare se bisogna effettuare lavori di manutenzione, ma non è consentito rimanere. Di qualche lavoro di manutenzione le seconde case abbandonate da mesi abbisogneranno, ma come fare a scoprirlo senza poter fare un sopralluogo?
Gli spostamenti – Sono il vero rebus della vicenda che vede domani una parziale rimessa in moto del Paese. In particolare i mezzi pubblici, autobus e metropolitana, risulteranno un problema per coloro che non potranno spostarsi in macchina o in bicicletta per andare a lavorare. Sui mezzi pubblici, che sia trasporto su gomma o su ferro, i posti sono limitati -20 sui primi e 100 sulla metro – motivo per cui diventerà davvero una lotteria prendere un mezzo pubblico per recarsi a destinazione. Soprattutto, sarà una scommessa arrivare puntuali al lavoro.
Gli assembramenti – Per questi, rimane il totale divieto, causa il distanziamento interpersonale obbligatorio oltre al quale rimane “l’obbligo di usare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie”.
Da domani entra in vigore il nuovo modulo per l’autocertificazione: non ha nulla di differente, rispetto al precedente (la versione numero quattro, questa è la quinta) se non nella parte che riguarda la visita al/ai congiunti. E riguardo alle prescrizioni sugli spostamenti, la valutazione dei casi concreti ” dovrà essere affidata ad un prudente equilibrato apprezzamento… che conduca ad un’applicazione coerente delle disposizioni contenute“ nel DPCM sulla fase due. Così il Viminale in una circolare ai prefetti che invita a trovare il punto di equilibrio tra la salvaguardia della salute pubblica da perseguire essenzialmente con il divieto di assembramento e “l’esigenza di contenere l’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini”.
Tutte le prescrizioni contenute nel DPCM entrano in vigore domani e fino al 17 maggio.
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