Non è stato un periodo affatto facile per i bambini costretti tra le mura domestiche insieme al resto della famiglia.
In questa lunga quarantena, che da due giorni vede il ripristino di molte attività, nella maggior parte delle regioni, pur continuando le limitazioni che riguardano la salvaguardia del distacco di sicurezza e dell’obbligo di indossare i dispositivi di protezione – mascherine e guanti – in determinate circostanze, sono emerse problematiche di tipo emotivo e comportamentale nei bambini. “Alcuni hanno presentato dei fenomeni di regressione e sono tornati indietro rispetto a delle capacita’ acquisite nei tempi fisiologici normali”, dichiara Teresa Mazzone, presidente del Sindacato italiano specialisti pediatri (Sispe).
Dal racconto della professionista della salute dei più fragili si evince che alcuni bambini hanno sofferto parecchio lo stare a casa e dopo un po’ hanno cominciato ad avvertire dei disagi. In particolare, molti di quelli che non portavano più il pannolino hanno ricominciato a fare la pipì addosso. Altri sono tornati a dormire nel letto dei genitori. “Questi bambini – conclude la dottoressa Mazzone – hanno percepito uno stato emotivo ansioso che ha colpito indistintamente piccoli e più grandicelli”.
Nella Fase 2, iniziata il 4 maggio, il più grosso guadagno per i bambini è stato quello di poter finalmente uscire e andare al parco. Un vantaggio da sfruttare appieno, sempre con le dovute precauzioni: distanza di sicurezza con le altre persone, indossare le mascherine in luogo chiusi, lavarsi sempre le mani, soprattutto quando si rientra a casa. Quest’ultima dovrebbe essere una regola acquisita con i primi insegnamenti: stupisce molto sentirla ancora come raccomandazione. A questo proposito c’è da rilevare però che col lockdown sono aumentate le intossicazioni da disinfettanti per l’ambiente.
La tendenza all’aumento di intossicazione da disinfettanti per proteggersi dall’infezione Covid-19 è confermata dai centri antiveleni attivi più di prima durante la quarantena. I rischi maggiori sono legati più che ai prodotti di uso personale (come i gel per le mani), all’utizzo imprudente di disinfettanti e igienizzanti per l’ambiente. “Lo stare a casa ha indotto molte persone a ricercare una più efficace igenizzazione delle superfici domestiche (pavimenti, tastiere, scrivanie, telefoni, sanitari) utilizzando contemporaneamente prodotti tra loro incompatibili con il risultato di innescare reazioni chimiche pericolose. Mischiare, ad esempio, candeggina e ammoniaca vuol dire liberare gas che possono creare problemi respiratori anche seri”. A dirlo è Marcello Ferruzzi, responsabile del Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milano, che lo scorso mese aveva già segnalato un + 30% di intossicazioni con prodotti disinfettanti e igienizzanti negli adulti e fino a un +135% nei bambini.
“E’ possibile che con la fase due si verifichi un ulteriore incremento dell’utilizzo di questi prodotti al rientro al domicilio dopo la giornata di lavoro- puntualizza il medico- ed e’ pertanto opportuno raccomandarne un uso prudente e corretto”. I disinfettanti e igienizzanti per l’ambiente, infatti, “sono i prodotti piu’ impegnativi- commenta il tossicologo- perché a base di sostanze chimiche piu’ aggressive rispetto a quelle contenuti nei disinfettanti per la persona”.
Nel caso di ingestione accidentale di questi prodotti, “non bisogna assolutamente provocare il vomito ne’ somministre latte, altri liquidi o cibo. E’ invece opportuno contattare un Centro antiveleni (il Centro antiveleni di Milano risponde allo 0266101029) per valutare la situazione con il tossicologo- ricorda Ferruzzi- che consigliera’ cosa fare e se necessario o meno recarsi in Pronto Soccorso”.
Per la prevenzione valgono tre regole di base, le regole del buonsenso: “Tenere i prodotti lontano dai bambini, evitare i travasi in bottiglie senza etichette, o con etichette non riconoscibili e non mescolare prodotti diversi. Il trasferimento di un liquido da un contenitore a un altro va etichettato e reso riconoscibilebe – sottolinea l’esperto- altrimenti ci si espone a rischio di ingerirlo per errore. Inoltre, per igienizzare le superfici di casa o i sanitari, non mischiate mai i prodotti, ma usateli separatamente”.
Cosa succede se i bambini ingeriscono il gel disinfettante per le mani? “I disinfettanti per le mani sono generalmente a base di alcol e non sono particolarmente appetibile per i più piccoli. Ben difficilmente le quantità ingerite sono tali da dare problemi seri – rassicura il medico – Non è pertanto il caso di precipitarsi in Pronto Soccorso o nello studio del pediatra o del medico di famiglia. Anche in questo caso è, invece, raccomandabile consultate telefonicamente un Centro antiveleni per valutate insieme la situazione, che nella gran parte dei casi potrà essere risolta a domicilio”.
Su altri usi incongrui di liquidi igienizzanti per la persona, il tossicologo riporta le “disinfezioni di mascherine tessuto non tessuto con prodotti come ammoniaca o candeggina, e poi indossate immediatamente. Metterle umide sul viso espone la pelle a un effetto irritativo da contatto. Evitate le disinfezioni fai da te”. In ultimo, “il bimbo può disinfettare le mani come l’adulto, ma non deve mai usare il prodotto da solo. Non lasciate a sua disposizione i prodotti- conclude- perché se molto piccolo scopre il mondo portando alla bocca tutto quello che trova”.
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