Sarà con tutta probabilità un discorso scritto, quello che Matteo Renzi terrà in occasione dell’inizio del semestre italiano di presidenza europea.
Probabilmente per evitare di trascurare qualcosa o per porre bene gli accenti là dove servono, mettendo in chiaro con i partner di Strasburgo quali saranno le linee guida che l’Italia porterà avanti fino a fine anno. Magari, per evitare che si riverifichino gli attriti visti a Ypres, in Belgio, in occasione della commemorazione ufficiale del centesimo anniversario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale.
A ben valutare gli ultimi fatti, però, dovrebbe essere chiaro un riferimento a un “miglior uso della flessibilità”, peraltro già prevista dall’Ue che segnerebbe la fine della linea del rigore e dell’austerità tenuta fino ad oggi.
E se, a detta di fonti europee, sarebbe abbastanza chiaro l’impegno di Renzi a non voler chiedere l’incremento del tetto del deficit oltre il del 3% del pil e non mancando i patti come “fatto dalla Germania nel 2003”, il sottosegretario del governo Graziano Delrio spiega con chiarezza che non ritiene essere una “legge scolpita per sempre nella pietra” anche se non sarà l’Italia a “spostarla sulla sabbia”.
Delrio, in un intervista al Corriere della Sera, ha spiegato come “ci sono altri Paesi che sforano quel limite in modo palese e per un certo periodo l’ha fatto persino la Germania”.
Il ricorso a una maggiore flessibilità consentirà “quando si calcola il deficit” di considerare “flessibile una parte della spesa. Di fatto si allenta il patto di stabilità. Può essere fatto per il cofinanziamento, cioè per i soldi che l’Italia è obbligata a spendere per utilizzare i fondi europei, una cifra che si aggira intorno ai 7 miliardi”.
Una cifra alla quale andrebbero aggiunti anche 3 miliardi di euro con “la clausola degli investimenti, che consentirebbe di lasciare fuori dal calcolo spese ad alto impatto sociale, come la messa in sicurezza delle scuole o del territorio. In tutto la flessibilità potrebbe valere 10 miliardi l’anno anche se non è scontato che queste due voci possano essere sommate”.
È nella proposta di taglio del debito, con la proposta di un euro union bond che permetterebbe la mutualizzazione del debito, che Delrio trova un importante punto di contatto con l’opposizione di centrodestra. Il sottosegretario, che punterebbe sulla creazione di un fondo federale europeo presso il quale iscrivere “patrimonio immobiliare e non”, permetterebbe di dare una garanzia reale che consentirebbe di tagliare il debito per il 25 – 30%.
“Graziano Delrio, sembra essere tornato con i piedi per terra: flessibilità o non flessibilità, il problema dell’Italia è il debito. E su questo bisogna intervenire” ha dichiarato il capogruppo di FI alla Camera dei Deputati, Renato Brunetta che sottolinea come “le strade che Forza Italia ha proposto da tempo, e che sono certamente compatibili con le intuizioni e le aperture del sottosegretario Delrio, sono tre: Emissione di Eurobond garantiti dalla Banca Europea degli Investimenti; attacco al debito pubblico italiano con la vendita di beni patrimoniali e diritti dello Stato disponibili e non strategici ad una società di diritto privato che emette obbligazioni con warrant, e il ‘Contractual agreements’per negoziare con la Commissione europea le risorse necessarie per l’avvio di riforme volte a favorire la competitività del ‘sistema Italia’”.
Il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi definisce “un cambio di passo” l’accordo raggiunto sulla flessibilità, soprattutto perché “le politiche europee devono accompagnare e incoraggiare le riforme, non ostacolarle con approcci contabili” utilizzando “quella clausola di flessibilità già contemplata dall’Ue e che fino ad ora è stata negata all’Italia”.
Le priorità dell’unione europea a guida italiana, per il ministro Pier Carlo Padoan, sono quelle di “rilanciare una crescita sostenibile nel tempo e capace di creare nuova occupazione”. Per il titolare di via XX Settembre bisogna “lavorare su tre pilastri: riforme strutturali, maggiore integrazione dei mercati, investimenti”. E per ottenere la flessibilità sul debito sarà necessario “un pacchetto concepito nel quale le riforme economiche e quelle istituzionali si sostengono e rafforzano a vicenda”.
Intanto il premier Renzi, affida al sito ufficiale del semestre di presidenza italiana il suo messaggio. Tutto incentrato sulla speranza:
“Non provate un brivido pensando di essere chiamati oggi a realizzare quel sogno degli Stati Uniti d’Europa, avuto da quella generazione che nelle macerie del dopoguerra iniziò la creazione di un nuovo soggetto? Il tema dell’Europa è dire ai nostri figli, noi che siamo la generazione Erasmus, che è possibile che l’Europa oggi sia il luogo in cui è possibile la speranza”.
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