Il “Giorno del ricordo” del dramma delle popolazioni giuliano dalmate distrutte come etnia e radici territoriali alla fine della seconda guerra mondiale riceve quest’anno, per la prima volta, una degna commemorazione da parte delle istituzioni italiane.
Con un “mea culpa” senza precedenti ed una rilettura di quei fatti nascosti o misconosciuti per 65 anni caratterizzati da ostracismo politico e voglia di cancellare finanche la memoria di quei fatti luttuosi l’Italia ci ripensa e decide di commemorare i fatti, la storia e le infinite sofferenze patite dai giuliano dalmati tra il 1945 ed il 1948. Massacri, deportazioni, pulizia etnica, infoibamenti, stupri ed ogni altro genere di orrore perpetrato sotto l’attenta regia dei comunisti di Tito coadiuvati da quelli italiani e sostenuti dall’indifferenza delle forze alleate che controllavano parte di quelle aree, già territorio italiano, sono ormai storia nota.
A subire le conseguenze di tanta feroce tragedia furono non meno di trecentomila persone, migliaia delle quali assassinate o desaparecide, ree solo di essere e rivendicare la loro identità italiana. Ora il Paese finalmente riconosce quel dramma e accetta di farlo uscire da quella camera oscura dell’oblio imposto all’Italia repubblicana e ad una Dc vile, indifferente ed allineata, dal Pci prima e dai suoi eredi politici poi.
Ma veniamo alla commemorazione. “Un debito” verso le vittime italiane “di una violenza brutale” è quello che l’Italia ha, rispetto alla tragedia delle foibe, di cui oggi ricorre il Giorno del ricordo, e rispetto alla quale “dobbiamo assumerci la responsabilità di aver negato o teso a oscurare la verità”. Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini intervenendo in aula a palazzo Montecitorio. Boldrini ha lamentato che questo oblio sia stato dovuto “per calcoli diplomatici o convenienze internazionali”. Quella tragedia, ha detto fra l’altro Boldrini, “è un monito per il passato e per il futuro: contro l’intolleranza, le dittature, le guerre e ogni tendenza a nascondere la verità”. Nel pomeriggio ci sarà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia che si terrà nella sala della Regina della Camera dei deputati per la celebrazione del Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo Giuliano-Dalmata. “Prendo in prestito le parole che pronunciò nel 2006 l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: ‘E’ giusto che agli anni del silenzio faccia seguito la solenne affermazione del ricordo’. Non esiste futuro per un Paese che sottovaluta o dimentica il proprio passato: è con questo spirito che oggi parteciperò, alla Camera dei Deputati, alle celebrazioni per ricordare e rinnovare la memoria della tragedia delle foibe e degli esuli” scrive su facebook il presidente del Senato, Pietro Grasso.
Insieme al Capo dello Stato renderanno omaggio alle vittime giuliano-dalmate anche la presidente della Camera Boldrini e il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini. La giornata è stata istituita nel 2004 per ricordare le oltre diecimila vittime gettate nelle cavità carsiche ai confini orientali del nostro Paese tra il 1943 e il 1945 per ordine del dittatore jugoslavo Tito intenzionato a ‘slavizzare’ territori che erano stati a lungo italiani, come l’Istria e Fiume. “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale ‘Giorno del ricordo’ al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”, si legge nel testo della legge istitutiva. Non saranno solo le più alte cariche dello Stato ad onorare le vittime, ma celebrazioni e convegni si terranno in tante parti d’Italia. A Roma una corona di fiori è stata deposta dal sindaco Ignazio Marino all’altare della Patria. “Quello delle foibe è un altro capitolo drammatico della storia del ‘900 e anche questa tragedia orribile e quasi incomprensibile deve essere ricordata e trasmessa ai nostri ragazzi, ai nostri figli e ai nostri nipoti”, ha detto il primo cittadino della Capitale. Il ricordo degli infoibati e dell’esodo giuliano-dalmata continua però a dividere. Ieri sera momenti di tensione si sono registrati a Trento, davanti al palazzo di Giustizia, in coincidenza con una cerimonia indetta da Fratelli d’Italia per commemorare le vittime delle foibe. Gruppi di anarchici e dei centri sociali si sono scontrati con alcuni militanti di Casapound ma i carabinieri in tenuta antiosommossa hanno evitato che la situazione degenerasse.
La redazione
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