Il ballottaggio delle presidenziali in Francia sarà tra Emmanuel Macron (En Marche!) e Marine Le Pen (Front National).
Secondo le percentuali definitive comunicate dal ministero degli Interni, l’ex ministro dell’Economia, uscito dal governo per fondare un movimento personale, ha ricevuto il 23,75% dei voti. Segue la leader nazionalista con il 21,53%. Terzo e primo degli esclusi il Républicain François Fillon (19,9%), seguito a brevissima distanza dall’euroscettico di sinistra Jean-Luc Mélenchon (19,6%). Quinto e staccato il candidato del partito socialista, Benoît Hamon, al 6,3%, la stessa percentuale del sovranista Nicolas Dupont-Aignan.
Per una volta, l’esito del voto ha rispettato le previsioni dei sondaggi, che davano per favoriti Macron e Le Pen.
Per la prima volta nel dopoguerra si fermano al primo turno sia il candidato di centrodestra sia il suo rivale di centrosinistra. Non è invece la prima volta che un esponente del FN arriva al ballottaggio per l’Eliseo: era già successo nel 2002, quando Jean-Marie Le Pen, padre di Marine, batté il socialista Lionel Jospin e arrivò a sfidare Jacques Chirac. Ma a lui era bastato il 16,8% dei voti, meno di 5 milioni di schede; la figlia invece ne ha ricevuti oltre sette milioni, un risultato mai raggiunto prima d’ora dai nazionalisti.
“Si volta oggi chiaramente pagina nella vita politica francese”, ha commentato Macron.
Il Paese sta attraverso un periodo inedito nella sua storia, con la crisi, il terrorismo e ha risposto nel modo migliore. Io voglio andare oltre i risultati di stasera e unire tutti i francesi. Porterò avanti l’esigenza di ottimismo e la speranza che noi vogliamo per il nostro Paese e per l’Europa.
La Le Pen ha definito il risultato del primo turno “storico”: “Un atto di fierezza di un popolo che rialza la testa, che confida nel futuro”:
Io vi propongo l’alternanza fondamentale che fondi un’altra politica. Questo non accadrà con Macron, erede di Hollande e del suo quinquennio catastrofico. Il sistema ha cercato in tutti i modi, anche i più contestabili, di soffocare questo grande dibattito politico. Adesso questo dibattito finalmente si farà. Sì, sono io la candidata del popolo.
Macron spera di diventare presidente “del popolo francese, dei patrioti”, e di “mettere fine a tutti i nazionalismi”. E per questo obiettivo gli torneranno utili i voti degli elettori di Fillon e Hamon: i candidati dei partiti tradizionali hanno riconosciuto la sconfitta e invitato i loro sostenitori a votarlo. “Non c’è altra scelta che votare per Emmanuel Macron”, ha detto il repubblicano; “anche se non è di sinistra”, ha commentato il socialista.
Chi non si è schierato è Mélenchon, che ha invitato i suoi a votare secondo coscienza. Prevedibilmente, parecchi elettori della sinistra radicale non andranno alle urne per il ballottaggio. La Le Pen potrebbe tentare di corteggiarli nelle prossime due settimane, insistendo su quel che hanno in comune le due ali estreme dell’arco politico, a cominciare dall’opposizione alla UE. Per la candidata nazionalista sarà più facile attirare il voto di chi al primo turno ha votato Dupont-Aignan.
Il secondo turno delle presidenziali si terrà il 7 maggio. Macron è in netto vantaggio secondo tutte le previsioni: l’ultimo sondaggio Ipsos/Sopra Steria per France Info gli assegna il 62% dei voti, contro il 38% della Le Pen.
L’11 e il 18 giugno i francesi torneranno alle urne per eleggere l’Assemblea nazionale, il parlamento bicamerale di Parigi.
F.M.R.
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