Marine Le Pen vuole portare la Francia fuori da UE e NATO. La candidata del Fronte Nazionale alle presidenziali – in programma per i prossimi 23 aprile e 7 maggio – lo ha dichiarato ieri pomeriggio in un comizio a Lione.
“Se sarò eletta convocherò entro sei mesi un referendum sulla Frexit”, ha detto la figlia di Jean-Marie Le Pen. Ha aggiunto di voler abbandonare il comando integrato della NATO, in modo che la Francia provveda da sola alla sua difesa, e di voler abbandonare l’euro per tornare al franco.
La Francia è già uscita una volta dalla NATO. È successo tra il 1958 e il 1966, quando l’allora presidente Charles De Gaulle decise il ritiro unilaterale in polemica con gli USA, accusati di favorire il Regno Unito. Parigi è rientrata a pieno titolo nel comando integrato solo nel 2009, per iniziativa di Nicolas Sarkozy.
Secondo le statistiche più aggiornate, la Le Pen è la candidata che ha le maggiori probabilità di accedere al ballottaggio del 7 maggio (arrivano al testa a testa i due candidati più votati al primo turno).
Oltre ad aver saputo cavalcare l’onda del nazionalismo populista europeo, a suo favore gioca la debolezza dei candidati dei partiti principali. i Républicains hanno affidato la candidatura a François Fillon, le cui quotazioni sono in picchiata per il Penelopegate: è sospettato di aver falsificato la nomina di sua moglie Penelope come assistente parlamentare.
A sinistra, invece, l’annuncio del presidente François Hollande di non ricandidarsi (per la prima volta nel dopoguerra) ha scatenato una lotta tutti contro tutti. Il candidato istituzionale del partito socialista era Manuel Valls, che per organizzare la campagna si è dimesso da primo ministro, ma è stato sconfitto alle primarie da Benoît Hamon, un outsider di sinistra in un partito che tende al centro, paragonato al segretario laburista inglese Jeremy Corbyn.
Oltre che con le destre Hamon se la dovrà vedere con Emmanuel Macron, uscito dal governo Valls per fondare un proprio movimento che ha chiamato En Marche!, e con il “populista di sinistra” Jean-Luc Mélenchon.
Il favorito è Macron, ma solo le urne potranno dire se riuscirà ad attirare abbastanza voti da superare il primo turno. Per ora, comunque, lui e la Le Pen si lanciano strali dai rispettivi palchi come se fossero già sicuri di essere loro i duellanti. Anche Macron ha tenuto un comizio a Lione, sabato, mentre ieri – contemporaneamente alla Le Pen – è stato il turno di Mélenchon. Ma più che del suo programma, il candidato altermondialista ha fatto parlare di sé per la trovata di trasmettere la sua immagine tridimensionale in tempo reale nella banlieue parigina di Aubervilliers, dove si era radunato un altro gruppo di suoi sostenitori.
È già successo che un candidato del FN arrivasse al ballottaggio per l’Eliseo: nel 2002 Jean-Marie Le Pen superò a sorpresa il socialista Lionel Jospin e sfidò il presidente uscente, il gaullista Jacques Chirac. In quell’occasione tutti gli altri partiti sospesero le inimicizie e fecero fronte comune contro Le Pen; al ballottaggio Chirac ottenne l’82% dei voti.
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