Nuovo attacco terroristico in Francia. Un’automobile con due persone a bordo ha fatto irruzione in un impianto industriale per il trattamento di gas, intorno alle dieci di stamattina, provocando un’esplosione. Le forze dell’ordine hanno ritrovato un corpo decapitato. Non ci sono altre vittime: i quaranta dipendenti della fabbrica sono stati evacuati, sono sotto shock e alcuni sono feriti, ma non in condizioni gravi.
Gli inquirenti si sono detti certi che si tratti di un attentato di matrice jihadista: sul luogo dell’attentato è stata trovata una bandiera bianca con scritte inneggianti all’ISIS. La conduzione delle indagini è passata alla procura antiterrorismo di Parigi.
L’attacco è avvenuto a Saint-Quentin-Fallavier, una località del dipartimento dell’Isère, a circa trenta chilometri da Lione. L’impianto, gestito dalla multinazionale USA Air Products, si trova in una zona isolata, distante diversi chilometri dalla stazione di polizia più vicina, e impiega un servizio di vigilanza privata.
La polizia ha arrestato Yassin Sahli, un uomo di 35 anni. Come ha spiegato il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, accorso sul luogo dell’attentato insieme al responsabile degli Esteri Laurent Fabius, Sahli era già noto ai servizi di sicurezza interni: era stato sotto osservazione per “radicalismo” dal 2006 al 2008, anche se non ci sono prove che abbia partecipato ad altre azioni armate prima di stamattina. A bloccarlo dopo l’attacco sarebbe stato un vigile del fuoco.
L’altro attentatore, contro il quale è partita la caccia all’uomo, sarebbe stato notato mentre si aggirava nei dintorni dell’impianto nelle ore precedenti all’attacco.
Scritte in arabo sono state tracciate anche sulla testa della vittima, che gli attentatori hanno fatto ritrovare poco lontano dal corpo, all’ingresso della fabbrica. La sua identità non è stata resa pubblica, ma non si tratterebbe di un dipendente dell’impianto: c’è anche la possibilità che sia stato ucciso altrove e portato in un secondo momento sul luogo del delitto.
Il sindaco di Saint-Quentin, Michel Bacconnier, ha spiegato al giornale locale Le Dauphiné Liberé che il sito è sì classificato secondo la direttiva Seveso, che impone a tutti gli stati UE di censire gli impianti che trattano sostanze chimiche potenzialmente pericolose, ma lavora ossigeno, azoto e argon, gas normalmente presenti nell’atmosfera che non pongono rischi di contaminazione.
La stessa testata ha riportato un’indiscrezione attribuita a fonti dei servizi segreti secondo cui “c’erano segnali nelle ultime settimane di un possibile attentato di questa natura sul territorio nazionale”.
Il presidente della Repubblica francese François Hollande ha indetto per le 15.30 una riunione del Consiglio di difesa e sicurezza nazionale all’Eliseo. Ha visto le immagini dell’attentato con Angela Merkel a Bruxelles, dove stava partecipando alla riunione del Consiglio europeo, e il suo staff lo ha descritto come “scioccato”.
“Faremo ciò che i francesi si aspettano: sradicheremo i gruppi responsabili di queste azioni”, ha dichiarato il presidente. “Non bisogna cedere alla paura”.
Il primo ministro Manuel Valls ha disposto un rafforzamento delle misure di sicurezza in tutta la regione del Rodano-Alpi e aumentato la sorveglianza intorno agli obiettivi sensibili e ai luoghi di culto.
Filippo Maria Ragusa
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