Proprio come Gesù Bambino. Anzi peggio, visto che Lui fu scaldato da un bue e un asinello! Realtà per alcuni o leggenda per altri che sia, i bambini romani che oggi dopo 20 giorni di vacanza hanno fatto rientro a scuola, sono stati costretti a passare qualche ora o l’intera mattinata in classi dove la colonnina di mercurio ha oscillato tra lo 0° e i 10°, più o meno la temperatura che si registrava all’esterno dei locali. Perché si sa – per questo non occorre né essere strateghi né avere specifiche qualifiche ma solo buonsenso – che quando un edificio rimane chiuso per un certo tempo e le temperature esterne non sono proprio quelle estive, le pareti abbassano i gradi anche all’interno se a contrasto non viene attivato un sistema che ne riscaldi gli ambienti.
Evidentemente, immaginare che il Comune, motu proprio, potesse arrivare a considerazioni del tipo: attivarsi per tempo per scaldare gli ambienti prima del rientro nelle classi e, prima ancora, verificare lo stato degli impianti idrici, è un qualcosa che a Roma è assimilabile alla fantascienza.
E fu così che nonostante i proclami di sabato 7 gennaio, a 48 ore dalla riapertura delle scuole pubbliche romane di ogni ordine e grado, dove si preannunciava l’operazione ‘scuole calde’ perché “la sindaca Virginia Raggi ha disposto la messa in funzione degli impianti termici almeno 24 ore prima della riapertura” avendo “a cuore il benessere dei nostri figli. Per questo, date le basse temperature di questi giorni, ci siamo subito preoccupati di verificare il corretto funzionamento degli impianti termici delle scuole, provvedendo all’accensione dei riscaldamenti immediatamente. Abbiamo agito in anticipo per assicurare scuole calde per i nostri bambini. La cura del territorio passa per la cura dei nostri cittadini, a partire dai più piccoli”, in realtà c’è stato solo un anticipo dell’accensione “alle tre del mattino” (anticipo disatteso: di fatto gli impianti, quelli efficienti, sono stati attivati alle 05.00, di fatto 2 ore prima rispetto alle consuete 07.00 del mattino) con “orario prolungato: un’ora in più rispetto alle 10 normalmente previste”. Nello stesso comunicato Spqr si ipotizzava pure “una manutenzione antigelo degli impianti e organizzato un servizio speciale, con squadre di tecnici pronte a intervenire per eventuali emergenze”. Una manutenzione che ha dato il risultato di solo 62 impianti malfunzionanti su 1.162 controllati. Sta di fatto che il 30% delle scuole romane, in carico al Comune, con i relativi occupanti, è rimasto al freddo e al gelo.
Al dunque, tanti bambini, i più resistenti, sono rimasti in classe nonostante le temperature insopportabili soprattutto per le estremità del corpo. Altri sono stati prelevati dai genitori qualche ora dopo l’inizio delle attività e riportati nelle rispettive case.
“Purtroppo ci troviamo a dover smentire il comunicato presente sulla prima pagina di Roma Capitale in merito all’Operazione “Scuole calde”, ed all’iniziativa di tenere accesi i riscaldamenti 24 ore prima del rientro a scuola, in modo che le classi potessero essere perlomeno temperate – denunciano Codici e Codacons – Oggi invece, almeno mille bambini dai 3 agli 11 anni, sono rimasti a scuola completamente congelati, in un complesso scolastico in zona piazza Bologna. Nonostante le rassicurazioni da parte di Roma Capitale, stamani i riscaldamenti erano spenti e così a metà mattina i genitori si sono ritrovati a dover andare a prendere i propri figli, perdendo la mattinata di lavoro. Dentro le scuole, altro che caldo, zero gradi è stata la temperatura registrata. Segnaliamo anche che, essendo andate in blocco per il freddo, le caldaie vanno prontamente riaccese, peccato che ci sia solamente una squadra che giri per Roma per riattivarle”. Eppure, per non arrivare a far arrabbiare genitori e professori e scomodare per le dovute critiche associazioni per la tutela dei consumatori, da parte di Roma Capitale, la Sindaca, mamma a sua volta, e gli assessorati vari, soprattutto quello alle politiche scolastiche, sarebbe bastata una maggiore attenzione, oltre ad una buona dose di buonsenso, tanto più che la notizia dell’ondata di gelo è stata data dai meteorologi con larghissimo anticipo (prima del 31 dicembre).
Gestione, quindi, da incompetenti e irresponsabili. Soprattutto perché nella fattispecie le persone danneggiate sono soggette a tutela e non in grado di decidere autonomamente.
“La Raggi – ricorda Alessandro Onorato – aveva promesso che si sarebbe dedicata esclusivamente all’ordinaria amministrazione, peccato che i fatti dicano il contrario e da Torre Gaia a Ostia passando per il centro migliaia di bambini sono costretti a casa”.
Sindaco, stavolta non si trattava di tappare le buche delle strade (denaro da stanziare, gara da indire eccetera), quelle che con il trascorrere dei mesi (sette!) di immobilità da parte Sua, della Giunta e degli Assessori, sono diventati crateri. Stavolta c’era solo da accendere i termosifoni con un certo anticipo. Per salvaguardare la salute dei bambini, compreso il Suo. A meno che per lui non abbia scelto la scuola privata.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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