È iniziato parlando di economia e di crisi il vertice giapponese del G7. Stasera, invece, i leader dei sette Stati più ricchi del mondo si confronteranno sulle migrazioni, tema caro al premier italiano Matteo Renzi.
I sette capi di Stato e di governo sono arrivati stamattina nella penisola di Ise-Shima, nel sud del Giappone. Il premier Shinzo Abe ha fatto gli onori di casa a Ise-jingu, uno dei templi più venerati dagli scintoisti e un simbolo dell’autorità imperiale. Poi è iniziata la colazione di lavoro: all’ordine del giorno le preoccupazioni sulla ripresa, più stentata del previsto, e sullo stallo della domanda.
Nella sessione pomeridiana, i Sette parleranno di politica estera, concentrandosi sull’Asia. Probabilmente – vista la preoccupazione dei padroni di casa – la farà da padrone la questione del riarmo della Corea del Nord. All’ordine del giorno anche il punto sulle questioni aperte in Siria, Iraq, Libia e Ucraina.
Verrà stasera, invece, il momento più atteso da Renzi. I temi della cena di lavoro sono, come detto, le migrazioni e la lotta al terrorismo internazionale. Il capo del governo italiano introdurrà il dossier sui migranti. Stamattina, appena sbarcato in Giappone, ha ricordato in un tweet “l’orgoglio e la dignità degli italiani che salvano le vite in mare”. Sulla questione della lotta al traffico di esseri umani, oggi l’Italia ha ricevuto nuove dichiarazioni di sostegno da Bruxelles. In una conferenza stampa comune, il presidente del Consiglio UE Donald Tusk e il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker hanno riconosciuto che la chiusura della rotta balcanica ha alleggerito le pressioni sull’Europa dei 28, ma “i dati degli ultimi giorni”, sugli sbarchi in Italia dalle coste africane del Mediterraneo, “non sono incoraggianti”:
Bisogna fare di più, serve un grande lavoro e la UE ha bisogno del sostegno e della solidarietà del G7 e dei suoi partner.
Prima di scendere dall’aereo di Stato, Renzi ha annunciato ufficialmente che il prossimo vertice del G7 si terrà in Sicilia: il prossimo turno di presidenza del “club” delle potenze economiche, infatti, spetta all’Italia.
L’idea di organizzare il summit proprio nei luoghi attraversati ogni giorno da migliaia di migranti circolava da tempo. Come sede, in un primo momento si pensava alla stessa Lampedusa. Ma poi – per la precisione lo scorso 25 marzo – il sindaco Giusi Nicolini ha fatto presente a Renzi che l’isola non ha né strutture alberghiere in grado di ospitare le sette delegazioni, né una pista d’atterraggio abbastanza lunga da accogliere gli aerei ufficiali, e quindi ora sembra passata in vantaggio Taormina. Renzi, comunque, non avrebbe rinunciato a mettere in programma almeno una visita a Lampedusa.
Domani mattina i sette grandi torneranno a discutere del cambiamento climatico, di politiche energetiche e degli ultimi punti della dichiarazione congiunta che chiuderà simbolicamente i lavori. A pranzo si parlerà di salute, donne e infrastrutture. Nel pomeriggio, cinque dei sei ospiti, fra cui Renzi, ripartiranno per i loro Paesi. Resterà in Giappone invece Barack Obama, che ha in programma una storica visita a Hiroshima. È il primo viaggio di un presidente USA in carica nella città distrutta dalla prima bomba atomica nella Seconda guerra mondiale.
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