Poker, slot machine e interi casinò via web. Tutto legale, tutto alla portata di tutti. Anche dei più inesperti dei più giovani, di chi, in definitiva, è praticamente on line 24 ore su 24. Sul web il fenomeno è in forte crescita: basti pensare che nel 2010 in Italia il numero di persone che puntano on line è aumentato del 28,2% rispetto all’anno precedente. Un boom che, aldilà dell’aspetto e dell’ambito “sportivo”, preoccupa gli esperti.
L’associazione Libera, ad esempio, contesta duramente la scelta del governo che fa diventare “malati d’azzardo per legge”. “Nel nostro paese – sottolinea l’associazione rappresentata da don Luigi Ciotti – il gioco d’azzardo colpisce una fascia di popolazione che va dai 15 agli 80 anni, ma preoccupa soprattutto perché incide sulle fasce di età giovanile che sono più esposte al mezzo telematico e hanno molto più facilità d’accesso che non siano i classici tavoli verdi”. Inoltre, Libera sottolinea la contraddizione fra “la denuncia della commissione Antimafia, sul legame sempre più stretto tra gioco d’azzardo e criminalità organizzata, e una legge che rende legale lo stesso gioco d’azzardo online”. Sulla vicenda ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta il senatore del Pdl Raffaele Lauro che parla della legge appena entrata in vigore come di “nuova fiera delle illusioni e della disperazione”. Secondo, inoltre, una stima dell’Eurispes, in Italia le persone patologicamente dipendenti dal gioco legale e d’azzardo sono in circa 700.000, delle quali circa l’85 per cento sono uomini. Fra loro, il 51 per cento ha un’età compresa tra i 40 e i 50 anni, il 22 per cento tra i 50 e i 60 anni e il 6 per cento ha oltre i 60 anni. Il fenomeno risulta anche diffuso tra i giovani, molti dei quali impegnano somme di denaro considerevoli in rapporto all’età ed alle risorse disponibili. Il gioco on line, fra l’altro, può essere ancora più pericoloso perché la persona che si trova davanti al computer è isolata e dunque più fragile. Un problema che, inoltre, aumenta in tempi di crisi economica. Eppure, nonostante persino i costi sociali siano altissimi – si calcola che l’80% della popolazione adulta giochi o abbia giocato d’azzardo con una spesa media pro capite di 1000 euro – di tutto questo è proprio lo Stato a non occuparsene.
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