I pericoli di un uso indiscriminato e fuori controllo di Internet, il dilagare della violenza giovanile e soprattutto la crescita esponenziale dei femminicidi. Su questi tre temi ormai dominanti sullo scenario del sistema sociale italiano, dopo politica e istituzioni, è ora la magistratura a richiamare l’attenzione per fare il punto sulle possibili strategie di intervento cui prossimamente, si spera, possa lavorare il nuovo Parlamento. “L’abuso dei mezzi di comunicazione e degli strumenti di partecipazione sociale messi a disposizione dalla Rete costituisce un fenomeno crescente e preoccupante. Da un lato è violato il diritto della collettività ad essere informata in maniera corretta, dall’altro sono messi in moto meccanismi di diffusione sociale delle notizie che possono arrecare, anche inconsapevolmente, danni a soggetti terzi”. A lanciare l’allarme è il Primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone nella relazione per l’anno giudiziario il quale in linea con quanto già espresso ed in più occasioni dallo stesso Papa Francesco, il quale mette in guardia contro i rischi potenziali di un sistema di comunicazione totalitario e totalizzante, oggi più che mai, in grado di scardinare le regole findamentali della convivenza civile.
“Il fenomeno può essere contrastato validamente, oltre che con le tradizionali forme di tutela giudiziaria, con la prevenzione, contrastando l’abuso prima che si realizzi il danno” dice Mammone che auspica: “Deve aumentare la consapevolezza degli utenti circa i pericoli della disinformazione e deve incrementarsi mediante un appropriato monitoraggio la conoscenza delle fonti di abuso”. E’ la prima volta che il tema dell’abuso dei media e dei social viene messo in primo piano, nella relazione per la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario tenutasi oggi alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “E’ una riflessione che dobbiamo fare tutti” ha esordito Mammone aprendo i lavori della sessione annuale della Suprema Corte.
Le notizie e i segnali che vengono dalla società civile non sono affatto tranquillizzanti. “Di notevole allarme sociale è il fenomeno del cosiddetto femminicidio, che è indice della persistente situazione di vulnerabilità della donna e di una tendenza a risolvere la crisi dei rapporti interpersonali attraverso la violenza e gli atteggiamenti persecutori verso il partner (stalking)”.
E’ “allarmante” il fenomeno delle “aggressioni violente e immotivate messe in atto da giovanissimi ai danni di coetanei”, sottolinea il primo presidente della Cassazione rilevando che “a fronte del moltiplicarsi dei fenomeni di esplosione incontrollata di aggressività, la risposta esclusivamente repressiva si manifesta il più delle volte inefficace”. Per il suo “preoccupante sviluppo” la materia necessita di una “considerazione legislativa unificante” per evitare che la “parcellizzazione dei reati” determini “pene di modesta entità”.
Sempre in affanno e ancora troppo lento il corso della giustizia in Cassazione, anche se, nell’ultimo anno, “la riduzione della durata media dei procedimenti è scesa per la prima volta sotto i tre anni”. Tuttavia a fare da ‘tappo’- ha spiegato Mamone – sono gli oltre undicimila ricorsi in materia fiscale che sopraggiungono ogni anno, per cui quasi il 50% dei processi in attesa di trattazione sono in attesa presso la Sezione tributaria.” Complessivamente, l’arretrato dei processi civili – aggiunge – ammonta a 106.920 faldoni, un dato sostanzialmente invariato rispetto al 2016 che aveva registrato 106.862 ricorsi giacenti. Tutte le sezioni civili, a parte la tributaria, sono riuscite a smaltire più processi (21.176 rispetto ai 19.020 sopravvenuti), con un incremento di quasi l’11% più dell’anno scorso di procedimenti conclusi. Anche i magistrati fiscali hanno lavorato molto con un incremento di produttività di circa il 7%. Si attende l’arrivo di 50 magistrati ausiliari previsti dalla legge finanziaria del 2018 per arrivare a risultati deflattivi più consistenti”.
E.C.
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