Ma chi me lo fa fare? E’ con questa retorica quanto efficace domanda che il segretario dem esclude di voler andare a Palazzo Chigi senza voto. Renzi boccia categoricamente l’ipotesi di una staffetta con il premier senza la legittimazione delle elezioni, mentre Letta prosegue dritto per la sua strada che poggia sul rilancio dell’azione di governo. Legalità e ripresa economica. Sono due dei ‘tasselli’ del programma che Enrico Letta porterà al presidente della Repubblica domani e “spedirà” poi ai partiti di maggioranza. Ed è su quel programma che chiederà una nuova fiducia al Parlamento. A palazzo Chigi si ripete che ‘Impegno 2014‘ è pronto. Si punterà soprattutto su sgravi fiscali e sul lavoro, sulla necessità di agganciare la ripresa attraverso la creazione di nuovi posti. Dunque facilitazioni per l’ingresso dei giovani nel mercato dell’occupazione, incentivi per le aziende che assumono in modo da far percepire la reale portata dell’uscita dalla crisi del nostro Paese. L’altra parola cardine sarà legalità, la lotta alla corruzione e alle mafie, una battaglia che il premier gia’ sta portando avanti da tempo con la costituzione di una commissione ad hoc a palazzo Chigi.
Poco altro trapela per quanto riguarda le misure che il presidente del Consiglio ha intenzione di varare, a partire dal piano fiscale che servira’ per aiutare le famiglie e le classi meno abbienti. Il capo dell’esecutivo, dunque, e’ concentrato sul ‘contratto’ di coalizione, poi pensera’ alla questione degli assetti del governo. Ma il segretario del Pd, pur avendo sbarrato la strada – per il momento almeno – all’opzione della ‘staffetta’ (considerata come ‘ extrema ratio’) si aspetta una svolta vera e non una semplice operazione di ‘maquillage’. Qualora il premier decidesse di optare solo per dei piccoli innesti, magari cercando di coinvolgere anche i renziani, il sindaco di Firenze – riferiscono i suoi – continuerebbe’ “a porre il problema”. Tradotto, continuerebbe a tenersi le ‘mani libere’. Altra strada, invece, – sottolineano le stesse fonti parlamentari vicine a Renzi – e’ quella di un atto di discontinuita’ che passi, non attraverso una crisi ‘ lampo’ o, per dirla con le parole di un fedelissimo del segretario Pd, attraverso una “operazione finta”. Necessario, quindi, un ‘passaggio politico’, con una sorta di azzeramento e di confronto aperto con il Pd che e’ l’ azionista dell’esecutivo.
Non bastano dei correttivi ossia un rimpasto di governo, ma una ripartenza vera e coraggiosa sugli obiettivi che il governo si dà. Con un Letta bis, s’intende. Ne è convinto Gianni Cuperlo che, in merito alle prossime mosse di Enrico Letta, ha ribadito che il premier
deve dire se e’ in grado di farlo, anche con un atto di coraggio e radicalita’ sui contenuti. Io penso che possa farlo perche’ e’ necessario fare i conti con la realta’ e i numeri in Parlamento dicono che non e’ dato un governo che non sia un governo del Pd, ma non e’ dato nemmeno un governo che sia solo il governo del Pd”.
Detto questo, Cuperlo ricorda che
in direzione io non ho chiesto un Renzi I e meno che mai ho sfiduciato il presidente del Consiglio, ma guardate che qui c’è un problema: la forza e efficacia dell’azione di questo governo e il rapporto di fiducia con il Paese e tra il Pd e il governo. Io mi auguro che Letta sia nella condizione di prendere una iniziativa ed essere lui alla guida della ripartenza del governo”.
Ma se Letta non e’ in grado “di guidare questa fase, allora Renzi faccia una proposta e noi la affronteremo con senso di responsabilita’”.
Dunque, per Cuperlo servono “certamente un nuovo programma e nuovi ministri”. Anche una verifica della fiducia in Parlamento?
Rispetto alle difficoltà che il governo ha affrontato – perché la verità e’ che non c’è stato un complotto contro il governo ma il governo ha perduto lo slancio e l’ autorevolezza – la ripartenza deve procedere con un nuovo governo guidato da Letta e sara’ il Capo dello Stato a valutare con il premier se serve un nuovo voto di fiducia, come quello di ottobre, o se sara’ necessaria una vera crisi formale e la nascita di un nuovo governo”, ha concluso Cuperlo.
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