Via libera all’estensione di quattro mesi al piano di aiuti alla Grecia. Lo ha deciso oggi, con 542 voti favorevoli, 32 contrari e 13 astenuti, il Bundestag.
“La Grecia ha bisogno di più tempo per guadagnare nuova fiducia dai mercati finanziari rispetto ad altri Paesi”, ha spiegato prima del voto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, aggiungendo anche che un voto contrario creerebbe “grandi danni” anche all’economia tedesca. Dare più tempo ad Atene, però, “non è facile”.
Infatti “solidarietà non significa essere esposti a ricatti – ha proseguito – ma che tutti facciano la propria parte”. La Grecia non può decidere da sola “quale sia la strada giusta in Europa”, anzi se ipoteticamente “volesse cambiare il programma” tornerebbe immediatamente alla verifica da parte della Troika prima e dell’Eurogruppo poi.
Schaeuble, vista l’importanza del voto, ha chiarito di non aver “voglia di scherzare come al solito” e, dopo un riferimento alla Seconda Guerra Mondiale – definita dal ministro una “catastrofe” –, ha sostenuto che i tedeschi “più di tutti gli altri” avranno un “futuro positivo solo se saranno uniti” e che la Germania dovrà “fare di tutto per mantenere l’Europa unita”.
Il voto positivo della Camera bassa tedesca, è però solo uno dei passaggi necessari al percorso che Atene deve affrontare per uscire dalla crisi. Nel pomeriggio, ad esempio, il Fondo salva-Stati Efsf ha reso nota l’estensione della disponibilità dei fondi alla Grecia fino al 30 giugno, così come previsto dall’accordo con l’Eurogruppo. Ci sono ancora 1,8 miliardi disponibili, ma “l’esborso di questa tranche – fa sapere il Fondo – è condizionato alla conclusione della valutazione del piano di riforme, atteso entro fine aprile”.
L’impegno assunto dagli stati europei, comunque, per quanto legato a dubbi e incertezze sul cosa farà Atene, se e in quanto tempo, è chiaro e tende a preservare un sistema economico e il suo equilibrio.
Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni da parte sua, ha affermato che “l’Italia non può accettare l’idea che un grande Paese come la Grecia possa chiamarsi fuori dall’Unione europea”. Pierre Moscovici, commissario Ue per l’economia, ha dichiarato a una radio tedesca che “le riforme che il governo greco vuole adottare devono essere finanziate ma non è il momento di parlare del debito”. Con tutta probabilità il “momento opportuno” potrebbe arrivare quando la Grecia presenterà le integrazioni definitive al piano approvato dall’Eurogruppo la scorsa settimana.
Intanto, emerge l’intenzionalità della vaghezza del piano stesso, e a certificarlo è lo stesso ministro delle finanze greche Yanis Varoufakis. In un’intervista rilasciata all’emittente Ant 1, il ministro ha dichiarato che il piano di riforme inviato all’Ue era deliberatamente “vago”.
“Voglio essere il primo ministro delle Finanze – ha spiegato – che non scriverà mai un numero se non sono sicuro di potermi attenere a quello”.
Lontanta l’ipotesi, invece, dell’abbandono dell’area euro, scelta che per Varoufakis sarebbeda Berlino “catastrofica”.
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