Come ampiamente previsto dagli analisti locali, il nuovo governo approntato venerdì scorso dal premier socialista greco Giorgio Papandreou ha superato la notte scorsa lo scoglio del voto di fiducia in Parlamento con il sì dei 155 deputati del Pasok e 143 no delle opposizioni su un totale di 298 votanti sui 300 seggi. Fuori dal Parlamento durante la votazione almeno diecimila persone hanno manifestato la loro rabbia scandendo ritmicamente lo slogan “ladri, ladri, ladri, andate via” e la parola ‘ladri’ era proiettata con raggi laser sulla facciata dell’edificio.
Subito prima del voto Papandreu ha lanciato un ultimo appello ai deputati. “Se abbiamo paura, se gettiamo questa opportunità – ha detto – la storia ci giudicherà con durezza”. Il nuovo esecutivo, tra cui spicca il neo vice premier e ministro delle Finanze Evangelos Venizelos – che gode di un’ottima reputazione politica nel Paese – avrà come prossimo appuntamento cruciale il voto sulle nuove, draconiane misure economiche previste dal programma a medio termine approntate per ottenere la quinta tranche di prestiti da 12 miliardi di euro dall’Ue e dal Fondo monetario internazionale compresa nel piano di salvataggio da 110 miliardi varato l’anno scorso. Ma il Parlamento dovrà approvare il nuovo piano di austerity entro e non oltre la fine di giugno. E’ questo l’ultimatum dato dalla Ue al governo di Atene che ieri Venizelos ha trasmesso con una telefonata ad Antonis Samaras, leader di Nea Democratia (centro-destra), la principale formazione politica d’opposizione, nell’ambito delle trattative per raggiungere un compromesso tra governo e opposizione. Samaras, alquanto freddamente, gli ha risposto di “comprendere la necessità di seguire fedelmente la procedura decisa al riguardo durante la riunione dell’Eurogroup, indipendentemente dalla posizione che prenderà Nea Democratia circa il contenuto del programma”. Il portavoce di ND, Yiannis Michelakis, ha confermato il colloquio telefonico intercorso fra Samaras e Venizelos così come ha ribadito la posizione del suo partito riguardo al Programma di medio termine. “La posizione del mio partito – ha detto Michelakis – è nota e non cambia. Non voteremo per il Programma”. Dal suo canto, il neo portavoce del governo Elias Mossialos si è detto sicuro che il Programma a medio termine sarà votato da tutti i 155 deputati del Pasok. “In nessun caso – ha detto – il Programma riceverà meno di 155 voti anche se i deputati di tutti i partiti d’opposizione dovessero abbandonare l’aula”. Venizelos ha avuto un colloquio telefonico anche con Giorgio Karatzaferis, leader di Laos, il piccolo partito di destra, per informarlo sui suoi incontri a Bruxelles con l’Eurogroup nonché sulla necessità che il programma a medio termine sia votato non più tardi del 30 giugno. Karatzaferis, da parte sua, si è detto d’accordo sulla necessità del voto urgente per ottenere la quinta tranche del prestito. Il nuovo sottosegretario alle Finanze, Pantelis Oikonomou, ha preannunciato una serie di misure da parte del governo, fra le quali incentivi per il ritorno in patria dei capitali esportati all’estero. “Nelle prossime settimane – ha detto – prenderemo molte iniziative. Terremo anche conto del comportamento responsabile di coloro che hanno portato soldi all’estero e intendono riportarli in patria”.
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