Ha compiuto 75 anni il 14 giugno. Ai suoi concerti un paio di generazioni le tiene ancora insieme. Ma Francesco Guccini non è sono autore dei testi che canta da oltre quarant’anni. e’ anche È anche scrittore, autore di canzoni per altri interpreti, di colonne sonore e fumetti, si occupa inoltre di lessicologia, glottologia, etimologia, dialettologia, traduzione e teatro.
Niente di cui stupirsi, pertanto, se ora il ‘Maestrone di Pavana’ – così lo chiamano a Bologna dove si trasferisce da Modena all’età di vent’anni – che è già autore di tre romanzi, sette gialli assieme a Macchiavelli, un libro di racconti, una biografia, e altri due libri, annuncia per Natale un altro libro di racconti, che probabilmente si chiamerà ‘Fra un matrimonio e un funerale per non parlare del gatto’. “
Un libro molto complesso, di racconti montanari, scritto da uno che sull’Appennino tosco-emiliano, nella casa dei nonni, insieme a sua madre mentre il papà Ferruccio era stato chiamato alle armi, ha trascorso buona parte della sua giovinezza.
“Ormai faccio lo scrittore a tempo pieno: da piccolo, quando mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande, rispondevo ‘lo scrittore’. Alla musica non ci pensavo minimamente”. Lo ha raccontato Francesco Guccini durante l’ultima serata di Capalbio Libri, che si è chiusa l’8 agosto.
Il cantautore si è espresso anche sullo scenario della musica attuale con un giudizio molto severo: “Ogni tanto ascolto la radio: la musica non l’ascolto più. Giusto quando devo viaggiare in auto. E la maggior parte delle canzoni che ascolto sono peggio che brutte: inutili, senza sapore. Ma non conosco neanche i nomi. Continuo ad ascoltare i cantautori storici, della vecchia guardia”.
Effettivamente, per dirla con le parole di Umberto Eco: “Guccini è forse il più colto dei cantautori in circolazione: la sua è poesia dotta, intarsio di riferimenti. Guccini è un cantore da vaste pianure. Guccini è omerico, procede per agglomerazione, ha una gran sfacciataggine nell’osare una metafora dietro l’altra”. E se di chitarra non vuole più saperne (“è che ho perso anche il callo del suonatore”), se due anni fa c’è stato il saluto ufficiale a concerti e dischi (l’ultimo album, il 22esimo, si intitola ‘L’ultima Thule’) lasciamo che sia la carta a far cantare le sue belle e dotte parole .
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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