Il presidente francese Francois Hollande vuole congelare la crescita della spesa militare a partire dall’anno prossimo. Si tratta di un taglio effettivo di 30 miliardi di euro che sta per abbattersi sul bilancio del Ministero della Difesa: un risparmio di quasi il 50% della spesa corrente allineato all’ 1,56% rispetto al Pil della Francia. Mai numeri più bassi sono stati toccati dalle forze armate francesi, che in questa maniera allontana il vincolo del rapporto del 2% spesa militare/Pil, raccomandato dalla NATO. Oltralpe il dibattito è ufficialmente aperto, il disegno di legge che prevede il taglio del 50% ha generato inquietudine e indignazione ai piani alti del Ministero della Difesa, che parlano senza mezzi termini di “tsunami”. È l’inizio della fine della potenza militare francese? Hollande, che in questo momento ha truppe impiegate in Mali e nella Repubblica del Centroafrica, è determinato a riformare profondamente le forze armate entro ottobre. Il palpabile malessere dell’esercito, che rappresenta dopo l’Inghilterra la seconda potenza nucleare europea (circa il 10% del bilancio militare è dedicato al “programma di dissuasione atomica”) con diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, è enorme. Il taglio dei costi, in questi termini, significa ridimensionare gravemente le forze di sicurezza e pronto intervento, rivedendo completamente le operazioni che da qui a 5 anni sono state pianificate per garantire la sicurezza e gli interessi del paese, riducendo così la Francia da alleato a semplice pedina difensiva degli USA.
E.S.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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